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Tumore prostatico metastatico: disponibile la nuova terapia orale
15 ottobre 2025 alle 18:30
Milano, 15 ott. (askanews) - Nel nostro Paese sono circa 485mila le persone che convivono con una pregressa diagnosi di tumore della prostata e, solo nel 2024, si sono contati 40mila nuovi casi, con numeri in aumento negli ultimi anni. Seppur al primo posto per incidenza e con un impatto importante sulla qualità di vita, grazie ai continui progressi della ricerca scientifica, rappresenta la terza causa di mortalità oncologica."E' una neoplasia che per fortuna in moltissimi casi può essere individuata precocemente e può essere guarita nelle fasi iniziali di malattia senza nessun particolare problema" spiega Marco Maruzzo, direttore Uoc Oncologia 3, Irccs, Istituto Oncologico Veneto, aggiungendo che però "una quota di pazienti purtroppo avrà una malattia che progredisce, quindi diventa una malattia metastatica o che a volte esordisce anche con queste modalità".Il carcinoma prostatico metastatico resistente alla castrazione rimane purtroppo ancora una malattia inguaribile e mortale, soprattutto se sono presenti alterazioni genetiche che rappresentano il 10-15% dei casi. "In questa sottocategoria di pazienti e di persone noi possiamo oggi utilizzare dei farmaci a bersaglio, quindi dei farmaci intelligenti che riconoscono la cellula malata perché riconoscono la presenza della mutazione e agiscono direttamente su quella cellula" prosegue il professor Maruzzo, precisando che "oggi abbiamo a disposizione una nuova molecola, che è una combinazione di un Parp-inibitore e di un farmaco che invece noi conosciamo già da tanto tempo e che agisce sulla via dell'espressione del recettore androgenico, che è la principale vie su cui noi agiamo per controllare la malattia della prostata. Questo secondo farmaco - continua - è abiraterone, l'unione di abiraterone acetato in niraparib in una formulazione nuova e per di più orale, che quindi può essere assunta per bocca, quindi con una ovviamente anche 'compliance', una maggiore facilità di gestione, anche un minor accesso agli ospedali". "Tutto ciò determina anche un un vantaggio in termini di controllo della malattia, laddove altri trattamenti preesistenti o predisponibili hanno smesso di essere efficaci e di funzionare" rimarca il medico, sottolineando che "abbiamo già delle evidenze scientifiche importanti presentate di recente in congressi internazionali che ci dicono che potrà essere presto, a seconda delle capacità regolatorie e autorizzative, anche essere utilizzato in setting più precoci, determinando sempre beneficio e quindi dando un'ulteriore possibilità in più nel tentativo e nell'obiettivo di cronicizzare una malattia, anche se avanzata".L'arrivo in Italia della prima terapia a doppia azione che racchiude due principi attivi, non solo apre nuove possibilità per migliaia di pazienti oncologici nel nostro Paese, ma enfatizza anche quanto la medicina di precisione, sempre più mirata ed efficace, sia una realtà clinica comprovata, non più una promessa per il futuro. "Sotto forma di una compressa, siamo riusciti a sviluppare due farmaci antitumorali orali, nonché mioterapici, quindi l'associazione di niraparib, che è un Parp-inibitore, insieme all'abiraterone acetato" afferma Alessandra Baldini, Direttrice medica Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia, mettendo in risalto che "questo è un esempio ed è il nostro primo farmaco nell'ambito della 'target therapy', ovvero quell'ambito, dove noi operiamo già da tempo, della medicina di precisione che significa andare ad identificare un gene specifico che è appunto 'trigger' di quel tumore, costruire una soluzione terapeutica intorno a questo gene che possa dare il massimo dell'efficacia e il migliore profilo di sicurezza e di tollerabilità"."Come azienda lavoriamo tantissimo in medicina di precisione, abbiamo già disponibili in Italia altre 'target therapy' nel tumore del polmone, nello specifico amivantamab, e prevediamo di sottomettere alle autorità regolatorie entro il 2030, 35 dossier, ossia nuove molecole o nuove indicazioni, di cui per esempio negli ultimi due anni 10 sono già stati approvati, e di cui sei rappresentano 'target therapy'" prosegue Baldini, concludendo che "ancora più in là se vogliamo guardare a dopodomani, stiamo già lavorando non solo sulla medicina di precisione ma di 'cancer interception', che vuol dire identificare quei geni che possono essere predittori di un'evoluzione tumorale e bloccarli in maniera molto precoce".