L’ombra dei dazi cinesi sul pecorino romano: «Stop a un mercato in crescita»
La sfida si gioca tra auto e formaggi. Se Bruxelles frena con i dazi l’arrivo delle vetture di Pechino, la Cina risponde con la stretta sui latticini.
L’effetto si abbatte anche sul Pecorino Romano, che, con altri prodotti lattiero caseari, sta beneficiando del successo della cucina italiana in Asia.
Per Gianni Maoddi, presidente del Consorzio di Tutela del Pecorino Romano, si tratta «dell’ennesimo riflesso negativo della politica comunitaria sui prodotti agroalimentari».
Il mercato cinese si sta aprendo e ha potenzialità importanti. «Nei primi quattro mesi dell’anno – rileva Maoddi - le esportazioni sono aumentate del 48% passando da tre a quattro tonnellate e mezzo».
Il problema sta nell’impegno delle aziende per il futuro. «Stanno investendo per adeguarsi alle certificazioni sanitarie del mercato cinese – sottolinea Maoddi – e questa battuta d’arresto crea molte incertezze».
Insomma un fulmine a ciel sereno. Perché il pecorino romano sta attraversando una stagione positiva. «Le produzioni sono terminate il 31 luglio – ricorda Maoddi – con incremento che sfiora il 7 per cento. Questo non ci preoccupa, dipende ovviamente dalle condizioni del mercato».