Flotilla, l’attivista sardo: «A Gaza anche domani»
Il corpo in Sardegna, lo sguardo ancora rivolto a quel mare, dove cento miglia d’acqua separano l’umanità dall’indifferenza. La sua voce è calma, ma sotto la pelle si intuisce il fremito di chi sente di dover partire di nuovo. E se oggi le sue mani non stringono più un timone, restano comunque tese verso Gaza, pronte a fare, costruire, sostenere.
E mentre la Flottiglia continua la sua traversata, stretta tra le acque agitate della diplomazia internazionale e il pericolo concreto della violenza militare, Marco Loi da Villaputzu resta in ascolto. Con il telefono acceso, la valigia pronta e un cuore che, nonostante tutto, batte forte. Non per eroismo, ma per coerenza, perché, come dice lui: “se domani ci fosse una barca pronta, io ci salirei senza esitare. Gaza ha tanto bisogno di noi. E noi, nel nostro piccolo, possiamo ancora fare qualcosa”. Perché il mare divide, sì, ma a volte sa anche unire e diventare via di libertà.