Decadenza, diritto e sovranità popolare: i nodi del caso Todde
Il caso Todde a Radar, su Videolina. A confronto, sull’ingiunzione-ordinanza di decadenza della presidente della Regione, i costituzionalisti dell’Università di Cagliari Marco Betzu e Giovanni Coinu.
I due esperti hanno illustrato il quadro normativo che regola le campagne elettorali: dalla legge nazionale 515 del 93 e la regionale numero 1 del 94 che la recepisce; fino alla legge Statutaria 2013.
Una tappa ‘’intermedia’’ del 95 ha esteso la disciplina dal livello nazionale a quello regionale.
Ma quali sarebbero le basi per una presunta violazione delle norme sui rendiconti elettorali?
La Sardegna ha mantenuto la disciplina transitoria nazionale, che parla di ‘’candidati alle elezioni per il Consiglio Regionale’’. Un elemento ‘’letterale’’ che, secondo il professor Coinu, va considerato come precisa intenzione del legislatore.
Ma il Presidente è, indirettamente, anche consigliere regionale. Quindi, secondo il professor Betzu, vale una interpretazione estensiva della norma. Che ritenuta ammissibile per il penale, è legittima anche nelle sanzioni amministrative.
Per Betzu insomma si conferma il principio ‘’simul stabunt, simul cadent’’ pilastro della forma di governo regionale. Che – osserva- determina la stretta dipendenza del Consiglio dalle sorti del Presidente, ma senza alcuna violazione del «principio democratico di sovranità popolare».
Coinu, al contrario, sottolinea ‘’l’afflittività’’ della sanzione di decadenza: «travalica il suo diretto destinatario per travolgere altri 59 consiglieri regionali e 12 assessori. Ma principalmente la legittima espressione della volontà politica dell’elettorato»
Coinu e Betzu concordano su un punto: il Consiglio Regionale, se la decadenza venisse confermata, non potrà che prenderne atto.