Titano fugge via da Saturno 100 volte più rapidamente di quanto si credesse: circa 11 centimetri l'anno. La scoperta - pubblicata sulla rivista Nature Astronomy - mette in discussione la teoria classica delle maree, utilizzata da più di 50 anni per studiare la migrazione orbitale delle lune e conferma la nuova teoria del "resonance locking" che potrebbe ora essere anche applicata per studiare l'evoluzione di altri sistemi planetari, anche extrasolari.

Un team internazionale di ricercatori che include 4 studiosi dell'Università di Bologna ha ottenuto questi risultati a partire dall'analisi dei dati della missione Cassini-Huygens il cui lander riuscì addirittura ad atterrare su Titano, rivelando queste splendide immagini: un progetto nato dalla collaborazione fra NASA, Agenzia Spaziale Europea (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

La gravità di Titano produce delle maree su Saturno ma poiché questo ruota attorno al proprio asse molto più velocemente di quanto Titano gli ruoti attorno, il picco mareale non è diretto precisamente verso il satellite, ma lo "precede". A causa di questo disallineamento, Titano riceve una spinta gravitazionale che lo allontana dal pianeta.

Fino ad oggi sono state scoperte più di 80 lune che orbitano attorno a Saturno e Titano è la più grande. Più grande della nostra Luna e più grande di Mercurio. E' l'unico satellite del Sistema Solare che possiede un'atmosfera, composta prevalentemente di azoto. Sulla sua superficie sono presenti laghi di metano liquido, alimentati da fiumi e pioggia, e nel sottosuolo è presente un oceano di acqua liquida che potrebbe presentare condizioni favorevoli alla vita.

(Unioneonline/v.l.)
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