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Crosetto: "Non so cosa abbia in testa Putin, non sono ottimista"
27 novembre 2025 alle 18:15
Parigi, 27 nov. (askanews) - "Non so cosa abbia in testa Putin, noi ci auguriamo che questa volta la Russia voglia veramente sedersi al tavolo e trattare". Così il ministro della Difesa Guido Crosetto in conferenza stampa in Francia, dove ha parlato anche di nuovo servizio militare su base volontaria e del progetto Michelangelo Dome per la difesa aerea. "Se guardiamo quello che sta succedendo, io non sono ottimista perché vedo che Putin sta continuando ad arruolare militari, sta aumentando le riserve e gli investimenti, li aumenterà anche nel prossimo anno in armamenti e nell'industria della difesa. D'altro canto la Russia sta pagando all'interno con una decrescita del prodotto interno lordo, della ricchezza, questa guerra. Vediamo se nelle prossime settimane, non ci vorrà molto tempo per capirlo, c'è una reale intenzione di Putin. Mi auguro di sì. Se ci sarà l'Italia farà la sua parte in Ucraina, ma la parte in Ucraina io non penso che sia né per l'Italia, né per la Francia, né per l'Europa quello dell'invio di truppe, perché se noi non costruiamo la certezza che l'Ucraina non debba più subire un'invasione, noi non abbiamo costruito un piano di pace. E la sicurezza dell'Ucraina non può essere garantita da truppe europee laggiù, perché quante dovrebbero essere? 200.000? 300.000? Deve essere garantita dalla sicurezza che tutto il mondo dà all'Ucraina, che la Russia non entrerà mai più nel territorio ucraino". "Ma non sono le garanzie che possono dare gli europei", continua Crosetto. "Gli europei possono dare garanzie per sostenere nei prossimi anni le forze armate ucraine, perché l'Ucraina non avrà le condizioni economiche interne per sostenerle, e avrà bisogno di un aiuto dell'Europa per sostenere la propria difesa. Quello sì. Avranno bisogno sempre di più di addestramento, glielo daremo. Avranno bisogno di rigenerare le truppe che hanno combattuto e combattono da oltre tre anni, e in questa fase l'Europa dovrà esser loro fianco, ma avranno soprattutto bisogno di ricostruire la possibilità di vivere in Ucraina, di avere una vita regolare, quindi di ricostruire ospedali, scuole, tessuto economico, trasformando un'economia di guerra in un'economia normale. Questo è il percorso che noi dobbiamo immaginare per l'Ucraina, che è un percorso difficile. E fate attenzione: dovremo in qualche modo immaginare questo percorso per la Russia, perché anche la Russia dovrà riconvertire un'economia di guerra in un'economia normale. E ricordatevi cosa è successo in Europa quando, dopo la Prima Guerra Mondiale, ritornarono i reduci della Prima Guerra Mondiale e crearono le condizioni in Germania della nascita del nazismo e del fascismo. Voi pensate ai 2 milioni e mezzo di russi che, dopo aver guadagnato tre volte lo stipendio normale russo, torneranno a casa e dovranno trovare un lavoro: che condizioni di instabilità creeranno in Russia? Per cui il compito della comunità internazionale - ma a quel punto non basta l'Europa, io da sempre dico che deve essere l'ONU - è quello di creare le condizioni in Ucraina e in Russia perché l'economia di guerra possa essere distrutta e sostituita con l'economia di pace e di crescita. Solo così noi facciamo un percorso di pace che può avere uno sviluppo per dieci anni, altrimenti saremmo destinati ad avere delle crisi internazionali a brevissimo tempo. Neanche per scelta, per movimento interno", ha chiosato.
