Le tovaglie stese nel piazzale, con piatti, posate e tovaglioli ben sistemati. Mentre il mondo dello sport protesta davanti al Palazzo della Regione, quello della ristorazione sceglie piazza del Carmine.

Alle 11,30 sono in duecento circa, tra gestori e dipendenti di bar, gelaterie, imprese di catering e banqueting, locali e ristoranti di tutta la Sardegna. Stanno seduti per terra, con dei fogli A4 in mano che raccontano la loro disperazione.

“Vogliamo lavorare”, è questo l’appello di una categoria che dopo l’ultimo Decreto - che ha imposto la chiusura alle 18 -, si trova un’altra volta in ginocchio. Un flash mob d’effetto ma ordinato e pacifico, organizzato dalla Fipe Confcommercio e andato in scena contemporaneamente in tante altre città italiane.

Nel capoluogo sardo c’era anche il sindaco Paolo Truzzu: “I piatti che vedo qua in questa piazza non sono i vostri piatti. Sono i piatti della nostra città, intorno ai quali ci vogliamo risedere al più presto per mangiare di nuovo tutti insieme. La città vi è vicina”.
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