Patto tra pescatori e Università di Cagliari
Ogni notte, quando tirano su le reti, i pescatori sardi sanno che almeno il dieci per cento di quello che troveranno è spazzatura. Ripuliscono il pesce da bottiglie, flaconi, buste strappate, vecchie reti.
Pochi giorni fa, a Cagliari hanno tirato su tre scaldabagni e un forno a microonde. I pescatori sono le sentinelle del mare: qualcuno porta a casa questi rifiuti e li smaltisce come solidi urbani, qualcun altro li conferisce nelle isole ecologiche. Ma questi rifiuti che fine devono fare? Per rispondere a questa esigenza, pescatori e università di Cagliari "firmano" un patto per ripulire il mare dai rifiuti che galleggiano accanto ai pesci che arrivano sulle nostre tavole e danno vita al progetto Flags: saranno loro, gli operatori del mare, a raccogliere bottiglie e buste e a depositare tutto il materiale nelle isole ecologiche che saranno sistemate nei porti isolani aderenti al progetto. Previsti anche degli incentivi.
In campo almeno sedici pescherecci in tutta la Sardegna pronti a far partire nelle coste dell'Isola la fase di sperimentazione (18 mesi) per la raccolta e il conferimento dei rifiuti trovati in acqua. La squadra è composta, oltre che dall'ateneo cagliaritano e dai pescatori, dai Flag (fisheries local action groups) di tutta l'Isola.
Per la prima volta si mette insieme la filiera completa della gestione dei rifiuti ripescati dal mare: dalla raccolta al riuso delle materie prime recuperate, fino allo smaltimento degli scarti non recuperabili. "L'importante", ha detto Alessandro Cau (nel video), responsabile scientifico del progetto, "è monitorare e cercare di capire quanti rifiuti ci sono".
I porti coinvolti in questa fase sono Cagliari (già appaltati i lavori per l'isola ecologica), Villasimius, Sant'Antioco e Calasetta, Torregrande, Golfo Aranci, Porto Torres, La Caletta. I pescatori che parteciperanno saranno selezionati con una manifestazione di interesse pubblica e prenderanno parte anche a un contest chiamato Marine litter awards che, con video e foto, testimonierà l'attività di recupero. Un modo per far conoscere quello che accade nelle acque della Sardegna.