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Clima, italiani favorevoli a nuovi impianti di energia rinnovabile
28 maggio 2025 alle 17:15
Roma, 28 mag. (askanews) - La maggioranza degli italiani è favorevole allo sviluppo di nuovi impianti di energia rinnovabile nel proprio territorio ma se accompagnati da potenziali benefici economici, ottenuti grazie a progetti di sviluppo locali. E' quanto emerge da uno studio presentato oggi alla Stampa estera da Project Tempo - organizzazione di ricerca attiva a livello europeo - che ha analizzato il rapporto tra politiche climatiche, fisco e consenso elettorale in Italia.L'analisi evidenzia che incentivi come sconti diretti in bolletta o tasse alle imprese a beneficio del territorio locale possono aumentare il sostegno ai progetti per la transizione ecologica di quasi il 30%. Alla presentazione hanno preso parte, tra gli altri, Enrico Giovannini, ex ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e attuale direttore scientifico di ASviS; Chiara Di Mambro, direttrice della Strategia Italia ed Europa del think tank Ecco; Pandora Lefroy, founder di Project Tempo; Lucy Harris, responsabile del programma Italia di Project Tempo.La fotografia che ne esce è ben definita: c'è la necessità di politiche e strategie di comunicazione differenziate, in grado di dialogare con i vari segmenti della società italiana come spiega Lucy Harris, una delle autrici del rapporto: "Vediamo che c'è una differenza tra le politiche per il clima e quello che i cittadini vogliono realmente qui in Italia. Con il nostro studio abbiamo analizzato diverse politiche in tutta Italia, in diverse regioni e province. Abbiamo visto quali tecnologie e quali politiche sul clima sono apprezzate di più dai cittadini. L'obiettivo è quello di dare un'idea migliore di quale politica potrebbe funzionare in futuro in un dato territorio rispetto ad oggi".Secondo il rapporto, il successo della transizione energetica ed ecologica in Italia dipenderà non solo dalla qualità tecnica delle soluzioni proposte, ma anche dalla loro capacità di costruire un consenso ampio, stabile e trasversale. Ma per ottenere un consenso ampio occorre evitare le fake news, come sottolinea Enrico Giovannini:"Per accelerare le politiche climatiche che poi sono anche politiche economiche e sociali, abbiamo bisogno in primo luogo di mettere da parte le fake news. "Faccio solo un esempio: si pensa che sostenibilità e competitività siano antagoniste, in realtà i dati dell'istat Di Unioncamere e anche il rapporto Asvis di maggio mostrano che le imprese italiane che investono in sostenibilità aumentano la produttività, aumentano la competitività. Ecco perché dobbiamo avere la coerenza delle politiche industriali ma anche sociali ed economiche, ma è quello che purtroppo manca al nostro Paese".Lo studio sottolinea anche come il sostegno alla transizione ecologica non si costruisca con slogan o imposizioni, ma attraverso idee, relazioni di fiducia tra cittadini e istituzioni e ascolto, come evidenzia Chiara Di Mambro: "La costruzione del consenso verso le politiche del clima si costruisce come la costruzione del consenso verso qualsiasi altra politica. Innanzitutto dall'ascolto dei territori, delle esigenze dei cittadini e delle imprese ed è questo passaggio che va recuperato. Allo stesso modo serve una migliore comunicazione dei propositi, degli scopi delle politiche e anche il riflesso economico di un beneficio immediato che si può avere da queste politiche può aiutare nel riaccompagnare i cittadini verso le politiche anche del clima".