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Biotech, la sfida di Extend: creare ponti tra ricerca e industria
12 maggio 2025 alle 09:10
Milano, 12 mag. (askanews) - Le biotecnologie rappresentano un settore strategico, cresciuto negli ultimi anni a ritmi vertiginosi per un giro d'affari di oltre 13 miliardi di euro solo in Italia destinato, a livello globale, a triplicare il proprio valore da qui al 2030. Un contesto in cui a giocare un ruolo da protagonista è Extend, il Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico interamente dedicato al settore biofarmaceutico per lo sviluppo di farmaci e terapie di ultima generazione."E' fondamentalmente un veicolo di investimento che tende a finanziare dei progetti in uno stadio molto precoce, quasi a livello accademico. Direi che è il primo veicolo che investe in equity in laboratorio - spiega ad askanews Giovanni Amabile, Entrepreneur in residence Extend & CEO Aptadir -. E' una fase ovviamente molto rischiosa, dove gli operatori del settore tendono a non investire. E quindi Extend è andato a coprire quello che era un gap tra l'operatore del settore, che investe fondamentalmente in fasi più avanzate, e l'accademia che crea proprietà intellettuale".Extend ha illustrato il proprio modello, i traguardi raggiunti e le strategie future ai massimi esperti del settore riuniti per la Mind Innovation Week in un convegno al Village Pavillon, cuore del polo tecnologico italiano nato nell'area dell'Expo 2015: "Ha in dotazione circa 33 mln di euro - sottolinea il manager - e ne ha attulamente investiti circa 14 finanziando 16 progetti e lanciando la prima startup che si occupa di malattie del sistema nervoso centrale e di patologie ematologiche maligne che si chiama Aptadir Therapeutics".Si tratta del primo spin off di Extend, interamente focalizzato sulla ricerca di nuove soluzioni terapeutiche in grado di migliorare benessere e qualità della vita dei pazienti con patologie neurodegenerative e malattie rare. "Aptadir ha avuto un finanziamento pre seed di 1 milion e 400 mila euro da Extend ed è una società che sviluppa molecole innovative: sono degli inibitori ad Rna - ci racconta ancora Amabile -. Diciamo una modalità molto simile a quella utilizzata durante la pandemia da Covid ma ovviamente ha come target patologie diverse che sono prima di tutto una a carico del sistema nervoso centrale che si chiama Sindrome dell'X fragile, che appartiene allo spettro dell'autismo, e poi malattie ematologiche maligne. L'azienda sta sviluppando un farmaco ed è attualmente in fund raising per chiudere un aumento di capitale e portare il primo farmaco in sviluppo clinico".Fondamentale, nella strategia di Extend, stringere connessioni sempre più strette connessione tra mondo della ricerca accademica e industria."Il ruolo del ricercatore sta cambiando nel tempo. Il progetto nasce dalla mente del ricercatore ma deve essere transitato verso una fase di attuazione. Soprattutto nel life sciences il progetto è mirato a creare una nuova cura - evidenzia Anna Mondino, Ph.D. Group Leader al San Raffaele Institute -. Quindi il ricercatore deve partire dalla sua conoscenza accademica per poi sviluppare delle competenze diverse che sono delle competenze che permettono di interagire con degli interlocutori diversi"."Il ruolo di un Tecnology Transfer Office - puntualizza Roberto Tiezzi, TTO Director all'University of Milan - è quello di supportare i ricercatori nell'individuzione di un'opportunità di sviluppo e di innovazione che nasce dalla ricerca, dalla ricerca tecnico-scientifica, e aiutarlo a costruire un percorso che porti a maturazione quest'innovazione in una logica di trasferimento verso il mondo industriale e verso il mercato".