Il caso.

Ztl, protestano i ristoratori «Noi esclusi dai pass auto, così penalizziamo i clienti» 

Frongia (Fipe): «Sarebbe bastato parlarci per trovare soluzioni equilibrate per tutti» 

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La paura del vuoto. L’incubo dei ristoratori dei quartieri storici adesso si chiama Ztl. Il nuovo regolamento, approvato martedì sera dal Consiglio (con l’appoggio della sola maggioranza), accende la polemica da parte dei titolari di locali e ritoranti che lamentano di essere stati esclusi dalla fase di concertazione del nuovo regolamento che fissa regole più stringenti, per alcuni versi (come la riduzione della validtà del passa da 5 a 2 anni) ma anche più flessibili (come l’apertura temporanea dei varchi ai rider). Poco, però, c’è per i ristoratori e i clienti che la sera si recano a cena nei ristoranti di Marina, Castello, Villanova e Stampace.

L’allarme

«Ciò che è emerso è che quando si parla di residenti si valutano nel dettaglio criticità e soluzioni, ma quando si parla di attività economiche questo non avviene mai», afferma Emanuele Frongia, presidente di Fipe Confcommercio Sud Sardegna. «Quartieri come Castello, ad esempio, vivono già oggi difficoltà di accesso importanti: chi ha problemi di deambulazione trova ostacoli oggettivi, i parcheggi sono limitati e gli ascensori che dovrebbero agevolare la mobilità spesso non funzionano. Così si mette nelle condizioni di non poter essere davvero fruibile un intero quartiere storico che invece dovrebbe vivere anche grazie al commercio e alla ristorazione», aggiunge.

Non solo auto

Frongia sottolinea che il tema non è “più auto”, ma una logica di viabilità, accessi e logistica capace di permettere alle persone di avvicinarsi alle attività: «Se non ci rendiamo conto che la mobilità deve tenere insieme residenti e imprese, abbiamo un problema serio. Oggi, per esempio, a Castello le auto non possono sostare oltre la mezzanotte: una misura che penalizza ristoratori, bar e locali che lavorano soprattutto la sera». ma le soluzioni ci sarebbero. «In tante città italiane per alcune categorie di attività», anche per quelle che operano nella ristorazione, «viene previsto un numero limitato di pass auto, soprattutto nelle zone dove i parcheggi sono già naturalmente scarsi e non si creano conflitti con i residenti. In aree come via Santa Croce, dove sostano poche auto, si sarebbe potuto ragionare su un numero ristretto di pass destinati ai ristoratori o alle attività che lavorano la sera. Il problema», conclude, «è che sarebbe bastato confrontarsi con noi. Un dialogo preventivo avrebbe consentito di trovare soluzioni equilibrate, capaci di tutelare i residenti senza penalizzare la vitalità dei quartieri».

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