Le ricerche erano state sospese per il maltempo, ma ieri pomeriggio il mare ha restituito, forse, anche la seconda scarpa di Martina Lattuca, la 49enne cagliaritana scomparsa a Calamosca martedì scorso. A notarla è stata un canoista che, in una parentesi di calma delle onde, stava pagaiando nella zona della grotta dei Colombi: dopo aver dato l’allarme, davanti alla scogliera sono comparse le motovedette della Capitaneria che hanno ripreso le ricerche, ma la donna non è stata trovata.
Le ricerche
Dopo giorni e giorni di perlustrazioni da parte di varie imbarcazioni, anche con sonar di profondità e sommozzatori, venerdì le ricerche della donna non erano riprese perché le previsioni meteorologiche non sembravano consentire un’attività così a ridosso della scogliera a strapiombo di Calamosca. Solo quando un canoista in escursione ha avvisato i carabinieri di aver trovato un’altra calzatura, nello specchio di mare che dietro l’ex stabulario sono ricomparse alcune motovedette. Per il momento non c’è alcuna certezza che si tratti della seconda scarpa di Martina Lattuca, commessa di una libreria molto nota in un centro commerciale dell’hinterland e di cui si sono perse le tracce da giorni. Un’altra calzatura era stata recuperata mercoledì scorso assieme allo zaino della donna.
Le motovedette
A cercare a lungo la 49enne erano stati sia gli uomini della Guardia costiera che i Vigili del fuoco, con droni, unità cinofile e gli scalatori del soccorso alpino che si erano calati in vari punti della scarpata. A Calamosca era stata trovata quasi subito l’auto di Martina Lattuca e poi, in mare, lo zaino con i documenti. L’ultima immagine certa di lei arriva dalle telecamere di sorveglianza dell’hotel “Le Terrazze”: sotto una pioggia insistente, a quanto sembra, sarebbe scesa dall’auto e avrebbe aperto l’ombrello, incamminandosi poi nel sentiero che conduce alla Sella del Diavolo. Solo verso le 16.30 del 18 novembre, non vedendola arrivare, ne è stata denunciata la scomparsa. Battuti tutti i sentieri del colle, i canaloni, le scogliere e l’intero tratto di mare antistante. Inutili anche le ricerche attraverso le celle telefoniche del cellulare: gli esperti hanno scoperto che era agganciato ma ad un ripetitore molto distante da Calamosca. Familiari e amici sperano ancora e pregano, ma col passare dei giorni i timori aumentano. (fr.pi.)
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