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Tomba di Eleonora in Cattedrale? Processione di curiosi 

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La certezza matematica non c’è. Ma è bastata la tesi degli studiosi dell’Istar sulle tombe degli Arborea per accendere l’interesse di tantissimi appassionati. Da giorni nella cappella del Battistero in Cattedrale è una processione continua: tutti vogliono vedere il luogo in cui dovrebbe essere sepolta Eleonora.

Effetto del lavoro rigoroso dell’Istituto storico arborense con in testa il direttore scientifico Giampaolo Mele che qualche settimana fa durante il convegno “Sepulcro anticorum nostrorum. Sulle tombe dei Giudici d’Arborea” ha illustrato la tesi secondo cui le spoglie dei giudici sono in Cattedrale (e non in uno spazio vicino al Seminario). Teoria che era stata ipotizzata già da Paolo Gaviano, storico e consigliere dell’Istar scomparso tre anni fa. «Nel 2000 basandosi sul testamento di Ugone II, nonno di Eleonora, Gaviano aveva dimostrato che la cappella di San Bartolomeo in costruzione, concepita per ospitare il sepolcro della dinastia Bas-Serra, fosse quella più a nord nel transetto della Cattedrale - spiega Mele – Assai probabile che lì sia sepolta anche Eleonora, non avrebbe avuto senso che proprio lei si facesse seppellire lontano dai suoi genitori e familiari».

Adesso l’ipotesi di Gaviano è corroborata dai rinvenimenti documentari di Raffaele Cau, studioso dell’Archivio diocesano arborense, che spulciando l’inventario dei beni ecclesiastici del 1572 ha fatto un’importante scoperta. «È emerso che nell’area dell’attuale cappella del Battistero esisteva un altar de Sant Bartomeu – spiega Cau – quindi l’intuizione di Gaviano era corretta, come provano questi documenti». Da Ugone II in poi (come è scritto nel suo testamento) quella cappella è stata il sepolcro dei Giudici. «Poi è plausibile che altri esponenti della dinastia abbiano scelto cappelle diverse del Duomo o anche altre chiese come nel caso di Costanza di Saluzzo a Santa Chiara». In seguito anche i marchesi di Oristano come Salvatore Cubello scelsero la Cattedrale e «dal 1619 la cappella di San Bartolomeo ospitò poi le reliquie di Sant’Archelao per volontà di Giovanni Paolo Sanna, benestante oristanese che acquistò le due cappelle di San Bartolomeo e del Santissimo Sacramento come sepolcro per la sua famiglia». La ricerca è in itinere e «potrebbero emergere altre novità».

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