Polemica.

Tajani-Salvini, nuove scintille sul terzo mandato 

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Perugia. Il leader Antonio Tajani ha assicurato che la «posizione chiara» di Forza Italia contro il terzo mandato dei presidenti di Regione «non mina in alcun modo l'unità del centrodestra». Ma su questo tema e sulla cittadinanza riemergono con forza le vecchie tensioni con il segretario della Lega Matteo Salvini. «Quando Fi chiede in cambio la cittadinanza facile, lo ius scholae, di cosa stiamo parlando? C'è appena stato un referendum in cui milioni di italiani, anche di sinistra, hanno detto “no”, la legge sulla cittadinanza non si tocca, anzi secondo me bisognerebbe togliere la cittadinanza o il permesso di soggiorno a chi delinque in Italia, non accelerare» ha detto il leader della Lega. «Secondo me è un peccato che sul terzo mandato non ci stia, ma sicuramente non cambio la legge sulla cittadinanza che è qualcosa che gli italiani non vogliono».

Ma gli azzurri ribattono, in un lungo botta e risposta a distanza, che lo Ius Italiae è esattamente il contrario della “cittadinanza facile”, basta leggere il testo depositato, rimarcano. «Stiano tranquilli gli alleati del centrodestra, grandi o piccoli - sottolinea Paolo Barelli, capogruppo Fi alla Camera - Forza Italia non si agita per niente, anzi. Piuttosto che parlare, invece, leggano - come dovrebbero fare tutti - il testo dello Ius Italiae proposto da FI».«Altro che “cittadinanza facile”, il progetto che Forza Italia ha depositato quasi un anno fa prevede invece la cittadinanza “difficile ma sicura”». Sul tema terzo mandato per i governatori Tajani si è espresso parlando da Gubbio dove si svolge L'Accademia delle libertà organizzata dai giovani di FI. «Lo abbiamo detto e lo ribadiamo, dieci anni sono sufficienti», le parole del segretario. «La legge sul limite dei due mandati - ha aggiunto - esiste da tempo e funziona. I presidenti di Regione hanno poteri superiori, sui loro territori, rispetto al presidente del Consiglio o al presidente della Repubblica. Superare i dieci anni rischia di generare incrostazioni e di anestetizzare la vita democratica».

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