La compagnia: tre milioni di passeggeri nel 2025, presto nuovi investimenti sulla flotta

Scoppia la pace nei cieli sardi Ma la continuità resta in bilico 

Aeroitalia ritira il ricorso al Tar e pensa a un’intesa con Ita  Nel frattempo è impossibile volare a ridosso di Natale  

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È di nuovo amore. Dopo i recenti annunci di un addio ai cieli della Sardegna, Aeroitalia riaccende la passione per l’Isola e dopo essere disposta a coprire le rotte in continuità territoriale senza contributi pubblici, annuncia anche il ritiro del ricorso al Tar che pendeva proprio sul bando di concessione. E non è tutto, arriva anche la promessa di nuovi investimenti per un territorio che appare sempre più nevralgico nei piani della compagnia.

Entusiasmo

D’altronde i numeri per il 2025 sono «esaltanti, oltre ogni più rosea aspettativa», ha detto ieri l’ad di Aeroitalia Gaetano Intrieri durante le celebrazioni all’aeroporto di Elmas del passeggero numero 3 milioni trasportato nell’anno in corso.

Un entusiasmo rafforzato anche dal fatturato «che dovrebbe sfondare il tetto dei 300 milioni di euro» e utili che «verranno reinvestiti sul rinnovo della flotta».

Insomma, il clima all’interno della compagnia è euforico, ma non basta a spegnere i dubbi di chi anche in questi giorni non riesce a prenotare i biglietti per lasciare la Sardegna o ritornarci durante le feste. E teme che il nuovo bando non sia sufficiente a evitare anche in futuro la cronica carenza di posti nei periodi più trafficati.

Alleanze

Ma Aeroitalia tira dritto e rilancia forte sull’Isola. «Qui siamo ben radicati e contiamo ormai quasi 300 dipendenti», ha spiegato Intrieri. «E dopo alcune valutazioni critiche sulle clausole del nuovo bando di continuità, il Cda ha preferito rimanere anche perché un eventuale addio avrebbe comportato un prezzo sociale troppo caro da pagare per i nostri lavoratori».

Non solo, il manager si dice «pronto anche a investire nuove risorse per acquistare sette nuovi velivoli ed espandere le attività nel campo della manutenzione dei velivoli, in particolare nei nuovi hangar dello scalo di Elmas». Intrieri ne è convinto: «Potrebbe essere molto importante per l'economia sarda. I capannoni possono contenere anche quattro aerei per volta e impiegare tra i 200 e i 250 dipendenti».

Luci e ombre

Intanto i progetti futuri della compagnia sono tanti: da oggi partirà il Cagliari-Cuneo e dalla prossima stagione sarà ripristinato anche il collegamento tra il capoluogo e Catania. Senza dimenticare la tratta con Istanbul aggiudicata con il “bando nuove rotte”, ma ancora da pianificare.

Più concreto invece il progetto di collegare tra loro gli aeroporti della Sardegna. «Speriamo di decollare dalla prossima primavera», ha assicurato l’ad. «L’obiettivo è quello di garantire collegamenti a prezzi accessibili, ma abbiamo bisogno del contributo degli scali isolani affinché ci aiutino a ridurre i costi».

Ma se il futuro appare roseo, il presente resta grigio. Basta tentare di prenotare un biglietto (soprattutto sulla tratta Cagliari-Linate-Cagliari) durante le festività: «Gestire i “tutto esaurito” è pressoché impossibile», ha ammesso il direttore commerciale di Aeroitalia, Massimo Di Perna. «Ci vorrebbero infatti miliardi di euro per garantire voli aggiuntivi in tempo reale. Ciò che possiamo fare è aggiungere collegamenti quando lo spostamento di equipaggi e velivoli ce lo consente».

Prove di dialogo

La strategia della compagnia, nata neppure quattro anni, sembra comunque all’insegna della diplomazia. Non solo nei confronti della Regione Sardegna grazie al ritiro del ricorso al Tar.

«L’aviazione sta attraversando un momento molto particolare», ha detto Intrieri. «Pochi gruppi si stanno spartendo il mercato ed è perciò necessario fare sinergie per rimanere competitivi. Ecco perché l’auspicio è che con Ita Airways si possano trovare punti d’incontro per condividere progetti e interessi».

Un’intesa con l’ex compagnia di bandiera, che seppellirebbe anche il contenzioso sull’utilizzo di un brand troppo simile ad Alitalia, aprirebbe scenari importanti, ma anche legittimi dubbi sulla possibilità di un’alleanza a favore degli interessi di bilancio ma non di quelli dei sardi.

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