L’interim di Alessandra Todde alla Sanità non sarà breve. La presidente della Regione - ieri ascoltata in commissione sesta sulle parti di competenza della manovra e sul programma per abbattere le liste d’attesa - non lo dice chiaramente. Ma è difficile prevedere una durata ridotta del doppio ruolo, soprattutto alla luce degli impegni annunciati ieri. «Il mio interim? È inutile interrogarsi sulla durata, ci si deve concentrare sull’efficacia dell’azione politica», ha spiegato al termine dell’audizione, «in questo momento c’è la necessità di un cambio di passo. Che non significa non riconoscere il lavoro importante fatto dall’assessore Bartolazzi. Ora, però, all’ordine del giorno c’è più un tema organizzativo, di raccordo rispetto al lavoro che devono fare le singole Asl, rispetto ad Ares e all’assessorato». Per questo, ha aggiunto, «serve un input politico molto forte e delle risposte da dare ai sardi che nel frattempo hanno problemi evidenti a tutti. Il mio impegno diretto è legato a questo, a sovrintendere a una nuova organizzazione».
Dg entro l’anno
Poi arriverà «il nuovo impegno dei direttori generali. Per me la cosa importante è far capire che c’è un’intesa rispetto a un lavoro che deve essere fatto a tutto tondo. Abbiamo sofferto spesso per il fatto che le strutture non parlano tra loro, per il fatto che le liste d’attesa non sono integrate, e per il fatto che ci sono mondi che lavorano a silos. Il fatto che non abbiamo ancora un piano sanitario regionale da cui poter attingere per la programmazione è uno dei temi di discussione, credo che serva un impegno interassessoriale da parte della presidente, motivo per cui ho assunto l’interim». Ieri e oggi la commissione esaminatrice è impegnata con i colloqui ai candidati alla guida delle direzioni generali. «La commissione sta lavorando, l’elenco sarà reso disponibile nei prossimi giorni e provvederemo al più presto alle nomine». Una volta fatte, molto probabilmente entro l’anno, non è detto che Alessandra Todde lascerà l’interim. Perché, ha ribadito ancora una volta, serve un cambio di passo.
«Avete fallito»
Passaggio che in serata, in Aula, il centrodestra ha criticato duramente. «Sono molto preoccupato per le parole della presidente in commissione Sanità», ha detto il capogruppo di FdI Paolo Truzzu, «ha detto che si lavora, che c’è da capire che cosa bisogna fare». Cioè, «dopo due anni non si ha ancora un’idea precisa, siamo ancora al livello che bisogna capire cosa sia necessario fare. Non lo dico solo io, ma anche qualcuno dei colleghi di maggioranza, sostenendo che questa finanziaria, sul piano della sanità, manca di coraggio». Quindi, «manca una visione complessiva del sistema sanitario, manca una proposta sulla riorganizzazione del sistema territoriale». Questo dopo quasi due anni con Bartolazzi alla guida. Insomma, «avete fallito dopo gli impegni presi in campagna elettorale».
La presidente ha illustrato nel parlamentino presieduto da Carla Fundoni, la parte della manovra che riguarda la sanità. Una serie di poste obbligatorie, a partire «dallo stanziamento di cento milioni di euro per il fondo sanitario regionale». Ma, ha annunciato, «nella massa manovrabile in primavera ci potrà essere spazio per azioni coraggiose, e noi avremo coraggio». Todde ha risposto a tutte le richieste di chiarimento dei commissari di maggioranza e opposizione, ha parlato delle misure economiche per rafforzare il servizio di pediatria di base, per sostenere i costi del personale nel progetto per i farmaci innovativi e per incrementare le prestazioni dei privati accreditati con lo scopo di ridurre le liste d’attesa. Tra gli interventi, anche la proroga dell’attuazione della riforma del terzo settore, che impatta soprattutto sull’organizzazione del servizio 118 di base.
In commissione
Per l’opposizione, Umberto Ticca (Riformatori) ha suggerito la riscrittura del sistema di spesa per gli asili nido e la necessità per i privati accreditati di «mettere a disposizione il budget già all’inizio dell’anno». Un punto sul quale si è soffermato anche Lorenzo Cozzolino (Orizzonte Comune) parlando delle difficoltà dei laboratori di analisi. Per la presidente Fundoni, infine, «serve una manovra adeguata e questa lo è rispetto agli ultimi e alle tante fragilità e ai bisogni sociosanitari dei Comuni. L’assestamento di primavera sarà l’occasione per fare di più sotto il profilo degli investimenti e sostenere iniziative necessarie come il sostegno ai caregiver, la farmacia dei servizi e per recuperare le risorse aggiuntive per il 118. Mentre per lo scorrimento delle graduatorie e la stabilizzazione degli infermieri e degli oss, un atto tanto atteso, non c’è bisogno di aspettare».
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