Venezia. Cala il sipario sull’era Zaia, quindici anni alla guida del Veneto, e anche se il governo della Regione non cambierà colore potrebbe «cambiare tutto» negli equilibri interni. Perché la sfida che si gioca nelle urne aperte domani e lunedì mattina è quella per il primo partito, con un duello serrato tra Lega e Fratelli d’Italia. Matteo Salvini, che visita la Biennale di Architettura a Venezia, è convinto che i leghisti - dopo i magri risultati di politiche ed europee - torneranno prima forza sul territorio: «Tira una buona aria», assicura. E sottolinea il gesto «generoso» del Doge, che ha deciso di correre comunque capolista in tutte le province. Ma con la fine dell’era Zaia non ci sarà più «un uomo solo al comando», puntualizzano i luogotenenti di Giorgia Meloni, pronti ad aiutare il leghista Stefani, in corsa per succedere al Doge, «con una squadra di Fratelli d’Italia». Da «martedì» poi partirà anche la ricerca del candidato per la successione a Luigi Brugnaro a Venezia. Per il futuro sindaco «ho qualche idea», fa sapere Salvini. Ma pure i meloniani ne hanno, gli risponde Donzelli.
Puglia senza big
In Puglia, al Palamartino di Bari, evento di chiusura con molti musicisti ma senza i leader politici nazionali per Antonio Decaro, candidato del centrosinistra che i sondaggi danno favorito. «Lunedì spero di essere il presidente dei pugliesi», ha detto per poi ringraziare «gli altri candidati per il garbo e il rispetto che abbiamo ottenuto tutti quanti in questa campagna elettorale». «È inutile fare feste con dj, musica - gli ha replicato il frontman del centrodestra, Luigi Lobuono - perché non c'è niente da festeggiare».
Progetto Campania
E Campania il dem Vincenzo De Luca ha usato la sua ultima diretta social da governatore per scagliarsi contro gli «amici di FdI», indignato per i «dati falsi» sulla sanità «diffusi dalla Meloni come dal governo». E non ci sta nemmeno che a Report si ipotizzi che le liste di attesa campane siano manipolate. Ma la scena a questo punto dovrebbe essere tutta per il M5S Roberto Fico, candidato a succedergli con il supporto del centrosinistra allargato. E ieri Renzi avvisava: «Se lunedì alle 18 ci sarà, come io credo, un aumento dei voti del centrosinistra rispetto al centrodestra, questo sì che sarà un segnale nazionale, perché è il segno che la sinistra, se si sveglia, può vincere».
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