I giudici della Corte d’appello di Cagliari decideranno il 27 febbraio del prossimo anno il giudizio di merito del ricorso presentato dagli avvocati della presidente della Regione, Alessandra Todde, contro la sentenza del Tribunale che – affrontando la questione dell’ordinanza ingiunzione emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale – aveva riqualificato le condotte legate alle presunte irregolarità del rendiconto delle elezioni 2024, confermando sia la sanzione dei 40mila euro che l’invio degli atti al Consiglio regionale per la pronuncia della decadenza. Superate le eccezioni preliminari, la Corte ha annunciato di essere pronta ad affrontare la questione: il 15 gennaio le parti dovranno presentare le note conclusionali, seguite il 30 gennaio dalle repliche.
Battaglia su Fercia
Ieri mattina gli avvocati della governatrice (i legali Giuseppe Macciotta, Benedetto e Stefano Ballero e Priamo Siotto) hanno rinnovato la richiesta di esclusione del professor Riccardo Fercia, difensore del collegio regionale di garanzia, per carenza assoluta dello ius postulandi . In altre parole, secondo i difensori di Todde, il professore-avvocato non sarebbe legittimato a stare in udienza per via della revoca del mandato che gli era stato conferito. Il docente universitario ed ex componente del Collegio di garanzia elettorale ha fatto presente che le Sezioni unite della Cassazione hanno più volte ribadito che un difensore, anche se revocato, se non viene sostituito ha comunque l’obbligo di proseguire la difesa. Davanti poi ai dubbi sollevati dalle difese della governatrice, Fercia ha rimarcato che i rapporti tra cliente e avvocato sono tutelati dal segreto professionale: come a dire che solo lui e chi gli ha conferito il mandato possono realmente sapere come stanno le cose. Di fatto, di certo, c’è che il Collegio di garanzia elettorale non l’ha mai sostituito.
Il nuovo collegio
Ieri, per le comparse e le eccezioni preliminari, si è anche conosciuta la composizione del nuovo collegio della Corte che affronterà la spinosa questione della decadenza, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che, però, non ha fugato i dubbi. Da un lato la Consulta ha accolto il ricorso della Governatrice contro l’ordinanza ingiunzione, dall’altro però ha lasciato intatta la sentenza del Tribunale, ora appellata, con tutti gli effetti. A decidere, a febbraio, saranno la presidente Emanuela Cugusi, con i giudici a latere Enzo Luchi e Grazia Maria Bagella.
Nessun commento da parte degli avvocati di Alessandra Todde che si sono limitati a sottolineare le ragioni del ricorso e dell’istanza per l’esclusione di Fercia. Dall’altra parte, invece, il docente universitario è categorico: «Il mio ruolo in questa causa», ha chiarito, «è quello di avvocato in perpetuatio, cioè in buona sostanza, il mandato mi è stato revocato il 2 maggio e vi ho anche rinunciato, ma potrò non occuparmi di questa difesa solo nel momento in cui l'avvocato venga sostituito nel processo». Battaglia giudiziaria è dunque rinviata a fine febbraio, con gli avvocati della presidente della Regione che ribadiscono come il docente debba essere escluso, mentre lui insiste sul fatto che sia pienamente legittimato a partecipare alle udienze. I giudici si sono riservati: decideranno questa eccezione direttamente nella sentenza di di merito.
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