L’impegno.

Meloni: entro l’anno l’ok al decreto armi 

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Manama. La guerra non è ancora finita: finché durerà, l’Italia aiuterà Kiev con tutto il necessario, comprese le armi. Dopo settimane di tensioni e il giallo del decreto legge apparso e scomparso nel giro di poche ore, Giorgia Meloni prova a mettere un punto alle polemiche sul sostegno all’Ucraina, alimentate in primis dalla Lega. Il decreto è slittato solo per motivi tecnici, spiega, per non oberare il Consiglio dei ministri, ed entro fine anno «si farà», come accade da quattro anni. La premier sta chiudendo una missione nel sud del Golfo: in Bahrein l’hanno accolta i leader dei sei Paesi della penisola arabica con cui punta a stringere una «cooperazione rafforzata» e ai quali propone, trovando «molta disponibilità» di immaginare un formato nuovo, che abbracci tutta l’area dalle sponde del Mediterraneo al Medio Oriente, passando per il Nord Africa e, ovviamente, il Ccg, il Consiglio che riunisce Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kwait, Oman e il regno bahreinita che l’ha voluta come «ospite d’onore». Nei bilaterali affronta anche il dossier ucraino. Prima la stoccata all’ammiraglio Cavo Dragone (bisogna «misurare molto bene le parole, evitando quello che può surriscaldare gli animi»), poi derubrica il rinvio del decreto a questione «logistica».

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