Guerra in Ucraina

Meloni con Trump: «L’Ue non stravolga il suo piano di pace» 

Sì della premier a correttivi ma «tanti punti vanno bene» 

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Quando a Johannesburg, sede del G20 dove c’è Giorgia Meloni, sta tramontando il sole e a Washington è l'alba, la premier italiana, assieme al collega finlandese Alexander Stubb, sente al telefono Donald Trump. «Da parte sua ho trovato disponibilità» a emendare il piano di pace per l'Ucraina», ma non è il caso di lavorare su «una totale controproposta», perché «la base della discussione» devono essere i ventotto punti delineati dal presidente americano. «Alcuni» da rivedere, «come quelli su territori, finanziamento della ricostruzione o esercito», ha aggiunto Meloni, altri però sono «molto positivi, come le garanzie di sicurezza». Questa è una prova di maturità per l'Europa», un’occasione per «mostrare che può fare la differenza con proposte che permettano di fare passi avanti».

Quadro d’insieme

Dunque, la premier italiana blinda l'azione di Trump, mentre a Ginevra sono riuniti i negoziatori del piano di pace per l’Ucraina, da cui emergono i «grandi progressi» fatti, ma anche l’attenzione per la contro-proposta Ue in ventiquattro punti, messa nera su bianco da Bruxelles per spuntare condizioni migliori. Sia a vantaggio del Paese guidato da Volodymyr Zelensky, sia per l’Europa stessa. Nella città svizzera ci sono le delegazioni di Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna, oltre ai rappresentanti di Nato, Consiglio e Commissione Ue. Presente pure il segretario di Stato Usa, Marco Rubio, insieme al capo negoziatore di Kiev, Andriy Yermak.

Correttivi possibili

Le principali revisioni in discussione sul Piano Usa riguardano innanzitutto la linea del fronte nel Donbass, rispetto alla quale viene proposto di escludere la cessione dell’intera regione. Ancora: niente ridimensionamento dell'esercito ucraino e modello articolo 5 della Nato (i Paesi intervengono in caso di aggressione di un alleato) per garantire anche in futuro la sicurezza dell'Ucraina. Alla fine saranno i leader a decidere, mentre Mosca – secondo molti critici ispiratrice della proposta di Trump – al momento osserva in silenzio le trattative di Ginevra.

Gli obiettivi italiani

Intanto Meloni si sta attivando per un altro obiettivo, un cessate il fuoco temporaneo di Mosca sulle infrastrutture strategiche e civili. La premier italiana ne ha parlato con Trump e anche con il turco Recep Tayyip Erdogan (interlocutore «strategico, con un approccio positivo sul piano»), che a sua volta nelle prossime ore sentirà il presidente americano e Vladimir Putin. «Anche i russi – ha detto la presidente del Consiglio – devono dare un segnale concreto di voler arrivare alla pace». Tanto che la discussione sull’Ucraina rischia di monopolizzare, dopo il G20, pure il vertice Ue-Unione africana, in programma a Luanda, in Angola, dove Meloni è arrivata ieri. «Non è il momento delle divisioni» e ci sono i margini per «fare un lavoro positivo: siamo tutti impegnati per arrivare a una proposta di pace, con un’Ucraina indipendente e sovrana e un’Europa sicura. La premier resta convinta del fatto che la proposta dei negoziatori permetterà di «andare a vedere il bluff di Putin", che non ha «una reale volontà di chiudere la guerra, o di farlo in tempi brevi». In parallelo, Meloni è convinta che «bisogna aumentare la pressione» su Mosca «per arrivare a una sua disponibilità» a trattare veramente.

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