Una rete così è per sempre. Weah, Maradona, Beckam sono i primi a tornare in mente. Non c’è una statistica precisa, ma certe imprese restano nella memoria. Quella di Semih Kilicsoy, rigorosamente con la cedilla sulla c, è un diamante rosso e blu dal valore enorme, perché arriva dentro una partita delicata, combattuta, più fisica che tecnica, lontano da casa e in una fase cruciale della stagione.
«Sono davvero felice, una gioia immensa, un gol da tre punti dopo che quello segnato la settimana scorsa che non era stato sufficiente per la vittoria», così il ventenne turco, nato a Gaziosmanpaşa, sobborgo popoloso di Istambul, dopo il trionfo al “Grande Torino”. «Ringrazio tutti, i compagni, il mister, lo staff, è un gol per tutti noi e per i tifosi che anche oggi ci hanno sostenuti qui e che dal primo giorno mi hanno accolto e fatto sentire uno di loro». Le stesse parole del dopo gara di una settimana fa, ma il peso è decisamente diverso.
Cosa ha fatto
Minuto numero 65, Deiola conquista in scivolata una palla poco fuori dall’area di rigore del Cagliari. Kilicsoy la raccoglie, le spalle alla porta granata, siamo a oltre sessanta metri da Paleari. Parte, supera la metà campo, si sposta leggermente sulla destra, la sua testa sta progettando la più grande impresa della sua ancora breve carriera e nessuno osa immaginarla. Punta Asslani, va a destra e vira a sinistra, fuori uno. Si trova davanti Gineitis e per lui è pronta la seconda magìa, finta a sinistra e virata a destra, il lituano è a terra. I compagni aspettano l’assist, sperano – invano – che il turco dalle cosce d’acciaio si liberi del pallone perché non può essere vero che provi a superarli tutti. Invece la terza finta (vincente) è per Maripan, che sbanda ed è fuori causa. Resta “solo” Ismajli, che non riesce a fermare Semih perché si aspetta la conclusione di destro. Invece il ragazzo si sposta la palla a sinistra e con un velenoso interno mancino va ad accarezzare il palo alla destra di Paleari, la quinta vittima di questo attaccante da copertina. Una rete senza senso, assurda per bellezza e coraggio, perché nove volte su dieci è l’attaccante a subire il ritorno di un’intera difesa schierata.
I compagni lo inseguono, lui va ad esultare sotto la curva dei tifosi del Cagliari, come una settimana fa sotto la Sud. Ma siamo a Torino e così è più bello. Ci sono tifosi con le mani nei capelli, i compagni lo stritolano. Ci sta prendendo l’abitudine. Lo fissa incredulo dalla panchina anche l’altro calciatore turco, Emirhan Ilkhan, che all’80’ entrerà per provare la rimonta. «Lo abbiamo aspettato», dice Pisacane in sala stampa, «ma non abbiamo mai dubitato, visti i numeri che ha».
«Lo conosciamo»
Matteo Prati, che ha segnato la rete del pareggio ed è rinato ieri sul prato dello stadio torinese, sottolinea: «Semih lo conosciamo bene ormai, lo vediamo ogni giorno in allenamento, sappiamo quante capacità tecniche ha e cosa può darci, oggi ha fatto una prodezza bellissima e pesante per il nostro cammino». Felicità allo stato puro anche il ragazzo di Ravenna, che arrivava da zero minuti nelle ultime due e apparizioni fugaci nelle gare precedenti. «Siamo contentissimi, oggi contavano i punti, portarne a casa tre è importantissimo e bellissimo, lo meritiamo, lo volevamo fortemente dopo le ultime due prove in cui ci erano sfuggiti». La grande giornata torinese condita da un gol pesantissimo, una zampata in area piccola generata da uno schema provato e riprovato in allenamento. «Ho esultato con i compagni perché il gruppo è forte, siamo una realtà che abbina qualità importanti e coesione, lavoriamo molto tutti insieme e quindi ogni soddisfazione del singolo è frutto di ciò che portiamo avanti collettivamente».
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