Il tema è sensibile e dopo il via libera dell’Aula non si sono fatte attendere le reazioni dai mondi della Chiesa, della politica nazionale e delle associazioni. L’Arcivescovo di Cagliari Giuseppe Baturi ha espresso rammarico: «Più che agevolare la morte e creare condizioni per cui la si scelga, c'è bisogno di garantire cure anche quando non c'è guarigione, di non abbandonare nessuno, di assicurare cure palliative in modo uniforme ed efficace». Ringraziano l’Assemblea sarda Filomena Gallo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni: «Le regole approvate in Sardegna consentono la piena attuazione della sentenza della Consulta che ha legalizzato in Italia l’aiuto al suicidio a determinate condizioni. Il nostro obiettivo è il via libera alla legge “Liberi Subito” in tutte le Regioni italiane». Per il segretario di +Europa Riccardo Magi il provvedimento sardo è «un passo in avanti sul terreno dei diritti delle persone e dell'autodeterminazione». La senatrice di Noi Moderati, Mariastella Gelmini, parla di un doppio errore, di merito e di metodo. «Siamo di fronte ad una ovvia competenza nazionale e al Senato è incardinato un provvedimento sul tema. Inoltre, sarebbe stato più opportuno attendere la sentenza della Corte sulla legge della Regione Toscana». Replica la senatrice M5S Sabrina Licheri: «La legge risponde alla volontà di tante persone che si confrontano con un dolore indicibile: la maggioranza ci dica che intende fare con la legge ancora ferma al Senato». Infine Pietro Pittalis, deputato di FI: «La macabra esultanza della maggioranza è segnale di miseria morale». (ro. mu.)
RIPRODUZIONE RISERVATA
Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati
Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.
• Accedi agli articoli premium
• Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi