Sorgono.

«Giuseppe merita giustizia» 

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Le indagini non si sono mai fermate e seppur non risultino novità il lavoro dei carabinieri di Nuoro prosegue incessante per venire a capo di un caso avvolto fra mille interrogativi. Lo ribadiscono gli inquirenti impegnati in una rivisitazione sugli atti del delitto di Giuseppe Manca, il gioielliere di Sorgono ucciso in casa la notte del 7 febbraio 2017.

Se il lavoro delle forze dell’ordine prosegue nel più stretto riserbo, dalla sua casa di Atzara, Maria Murgia, zia 88 enne di Manca, non risparmia critiche: «In tutti questi anni e mesi ho scritto più volte al comando provinciale dei carabinieri per capire a che punto fossero le indagini. Non ho mai ricevuto alcuna risposta e le ultime rassicurazioni ricevute sono quelle della fiaccolata dello scorso anno a Sorgono. Da allora il silenzio più totale».

Aggiunge: «Nella prima fase delle indagini avevamo nominato un avvocato ma abbiamo dovuto rinunciarvi dopo pochi mesi perché non riuscivamo ad andare fino in fondo sul caso e capire quali fossero gli sviluppi». E poi: «Alla mia età dispongo di una piccola pensione con cui mi preoccupo di curare i problemi di salute e tirare a campare tutti i mesi. Non potrei mai permettermi di sostenere ingenti spese legali. In questi anni, non abbiamo mai saputo nulla sull’autopsia e su altri esami effettuati sul corpo di Giuseppe e su quelli nell’abitazione». Da qui l’accorato appello alle forze dell’ordine: «Chiedo di poter essere audita e tutelata dagli investigatori. Non è possibile che non ci sia un solo elemento utile per risalire agli assassini. Dalla botola d’ingresso alla casa passando per altri angoli, non mi arrendo all’idea che non siano presenti tracce di dna che vadano comparate. E che in quella terribile notte nessuno abbia visto o sentito ciò che mio nipote ha subito». Dice il sindaco di Sorgono Franco Zedde: «La battaglia di Tzia Maria è la battaglia di tutti noi. In questi giorni sono lontano dal Municipio per problemi di salute, ma sono vicino ai familiari di Giuseppe che esorto a non arrendersi e a proseguire nel cammino tracciato per la verità. Giuseppe era un uomo perbene e un grande lavoratore a cui tutti abbiamo voluto un gran bene. Merita giustizia».

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