Roma. «Forse bastava una stretta di mano...». Senza fare drammi, all’interno di FdI non si nasconde però il malumore per l’abbraccio con cui Matteo Salvini, al ricevimento dell’ambasciata cinese, ha salutato l’ambasciatore russo Alexei Paramonov, che qualche ora prima aveva espresso «sconcerto» per la reazione del governo italiano «all’incidente della presunta incursione di droni nello spazio aereo polacco, immediatamente e infondatamente attribuita alla Russia», sostenendo che «la campagna mediatica aggressiva e antirussa non contribuisce ad una soluzione del conflitto in Ucraina».
Fra la freddezza degli alleati (non ci sono commenti da FI) e i duri attacchi delle opposizioni, Salvini difende il suo comportamento. «Ho incontrato l’ambasciatore russo come decine di altri ambasciatori. Ero invitato come altri ministri, c’erano amici parlamentari del Pd e di FdI», ha spiegato all’indomani dell’evento a cui hanno partecipato fra gli altri anche l’ex premier Massimo D’Alema e il presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti. «Se vai ospite a casa di qualcuno e qualcuno ti saluta - la tesi del leader della Lega -, lo saluti, come è giusto che sia se vuoi avere buone relazioni e se ci tieni ricostruire un dialogo. Preferisco una stretta di mano a uno sguardo rabbioso». «Forse l’abbraccio è stato esagerato», dicono in ambienti di FdI.
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