Diciannove focolai, quasi tutti nel Nuorese, 152 gli animali malati, 23 morti e 142 abbattuti. Ora però è in arrivo il vaccino. «Partiamo dai primi giorni della prossima settimana» - l’annuncio dell'assessore alla Sanità Armando Bartolazzi. Questo lo stato dell’arte sulla gestione dell’emergenza Dermatite bovina. Una gestione «senza alcuna strategia», sostiene il consigliere regionale di Forza Italia Piero Maieli, «la Sardegna zootecnica è seriamente in pericolo: sebbene risultino ufficialmente solo 19 focolai, siamo pienamente esposti alla minaccia devastante della dermatite nodulare contagiosa». Nonostante tutto questo e l’urgenza imposta dai regolamenti europei, attacca l’azzurro, «nell’Isola l’assessorato alla Sanità continua a tergiversare, con l’economia zootecnica regionale che rischia il collasso». Maieli porta l’esempio della Lombardia, dove «la risposta al focolaio è stata tempestiva» e dove «già oggi si può parlare di ripresa della movimentazione degli animali. La Sardegna invece è ferma e parla di vaccinazioni». Come se non bastasse, «dopo le vaccinazioni, bisognerà fermare le movimentazioni per almeno 14 mesi, in caso di sorveglianza di laboratorio, o addirittura per 26 mesi con la sola sorveglianza clinica, ma lo stesso Regolamento ci impone che, per movimentare i capi, devono essere vaccinati tutti gli animali in un raggio di 50 chilometri. In sintesi, senza una strategia chiara, la Sardegna sarà completamente isolata per anni».
La replica
All’attacco di Maieli replica Giuseppe Frau (Uniti con Todde): «La Regione ha agito con prontezza sin dall’inizio, ricevendo pubblicamente l’apprezzamento del Ministero e della Commissione Ue per aver avviato immediatamente il meccanismo di vigilanza sanitaria in seguito alla conferma del primo caso sospetto ed avendo istituito le zone di sorveglianza prescritte dalla legge nelle aree in cui sono stati riscontrati i focolai. Sono state inoltre chieste ed ottenute rassicurazioni concrete da Roma e Bruxelles sull’acquisto dei vaccini e la copertura delle perdite derivanti dal blocco delle movimentazioni, dalla perdita di capi malati e dagli abbattimenti, purtroppo imposti dalle regolamentazioni sovraordinate. Dal punto di vista di Carla Fundoni e Antonio Solinas del Pd, «la Sardegna non può essere lasciata sola di fronte a un’epidemia che riguarda altre regioni italiane e altri Paesi. Serve un tavolo tecnico nazionale».
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