il premio

Dall’arte allo show, l’identità irriducibile delle donne sarde 

Anche Valeria Marini ieri a Cagliari sul palco delle “Feminas” di Coldiretti 

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Nove donne sarde, nove storie, un’unica radice: la Sardegna. Il Premio Feminas, promosso da Donne Coldiretti, giunge alla sua nona edizione, celebrando il coraggio e la determinazione di donne comuni che hanno trasformato la loro sardità in esempio e ispirazione, diventando un modello per le altre. Enrica Pintore, Carola Puddu, Giuseppa Tanda, Rossella Faa, Valeria Marini, Maria Itria Paulis, Lucia Capuzzi, Rossella Soriga e Rita Nonnis sono le nove Feminas premiate ieri, una per ogni categoria, nella splendida cornice del Teatro Doglio di Cagliari.

«Esempi positivi»

«Feminas è il premio delle donne per le donne», spiega Gina Ledda, coordinatrice regionale di Donne Coldiretti. «Per noi è un orgoglio perché ci regala esempi positivi in un mondo agricolo sempre più aperto alle contaminazioni e al sociale». Si tratta di una selezione serrata che richiede il rispetto di criteri precisi: «Il coordinamento Donne Coldiretti è attento tutto l’anno – continua –, focalizziamo donne che si sposano con quelli che sono i nostri principi: attaccamento al territorio, portare la Sardegna in tutto il mondo ed essere fieri delle proprie origini».

Mondi diversi quelli delle premiate, dall’arte allo sport, dalla scienza allo spettacolo; le Feminas rappresentano la forza e la versatilità delle donne sarde, capaci di distinguersi in ogni ambito senza perdere il legame con la propria terra. Carola Puddu è nata a Cagliari ma ha lasciato la Sardegna quando era bambina: «Volevo studiare per diventare una ballerina professionista e poter fare della danza il mio mestiere», racconta entusiasta. «Ci sono riuscita, ed è sempre un piacere per me tornare nella mia Sardegna, perché mi sento a casa, ancor di più per ricevere questo premio che riguarda le donne della mia isola».

Anche la nota showgirl Valeria Marini è stata premiata: «Viva le donne – ha esordito -. Sono molto felice di essere qui oggi, penso sia l’inizio di tante cose che farò qui in Sardegna. Sono nata a Roma ma fiera di essere sarda, è un qualcosa che abbiamo dentro e ci accomuna».

L’archeologia

Dallo spettacolo alla ricerca: Giuseppa Tanda, archeologa ed ex professoressa all’Università di Cagliari, ha dedicato la vita alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio sardo. «Mi sono occupata soprattutto delle Domus de Janas, le conosco da sempre. Sapevo da mio nonno che erano qualcosa che gli antichi avevano realizzato e dovevano essere rispettate. Dopo anni sono diventate l’argomento preferito della mia ricerca». Fino all’inserimento nel patrimonio dell’Unesco: «L’Unesco ha delle regole ferree. Grazie alla Regione abbiamo avuto i finanziamenti per fare il dossier, e lo scorso luglio a Parigi 18 Domus sono state inserite nel patrimonio Unesco». Tanda non manca di sottolineare le minacce attuali: «La Domu S’Incantu è minacciata dalla speculazione energetica, nella buffer zone vogliono costruire un parco fotovoltaico di 90 ettari. L’Unesco deve essere informato, e mi auguro intervengano al più presto».

Tra le premiate anche Lucia Capuzzi, cagliaritana, giornalista e inviata di Avvenire in America Latina, che con i suoi reportage ha raccontato il coraggio delle persone e la forza delle comunità: «È una grandissima emozione ricevere questo premio – dice – e il fatto che le donne possano ritagliarsi un ruolo in settori in cui prima erano escluse per questioni di genere è una responsabilità per il futuro. Voglio dire alle giovani sarde che è possibile affermarsi nel giornalismo. Se sentite la voglia di raccontare, provateci».

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