Era sufficiente guardare le corsie dei supermercati, per capire la portata di ciò che stava accadendo: mani che porgevano, che raccoglievano, scatole che si riempivano una dopo l’altra. Era la Sardegna che non fa rumore ma che sa essere presente, quella che ogni anno si mobilita per chi non riesce ad arrivare a fine mese. Ieri, in occasione della Giornata nazionale della Colletta alimentare, in tutta l’Isola sono stati coinvolti oltre duecento supermercati e circa duemila volontari. L’anno scorso la raccolta aveva superato i 170mila chili di cibo e anche quest’anno le prime stime fanno pensare a un risultato importante.
Le prime stime
«Per ora siamo intorno ai 90 mila chili, ma i dati definitivi li avremo tra lunedì e martedì», spiega Alberto Tamponi, direttore del Banco alimentare della Sardegna: quota 100mila è vicina. «Speriamo di migliorare rispetto all’anno scorso. Grazie a questa iniziativa riusciremo ad aiutare circa ventimila persone, assieme alle 130 associazioni che collaborano con noi. Tutto ciò che è stato donato sarà distribuito nei prossimi tre o quattro mesi». Tamponi sottolinea anche la partecipazione del mondo della formazione: «Hanno aderito le due Università della Sardegna, Cagliari e Sassari, e moltissime scuole».
Volontari all’opera
A Cagliari, nella Coop di via Mameli, la mattinata scorre con un afflusso costante di persone. I turni dei volontari si alternano per tutta la giornata. «In mattinata abbiamo chiuso 13 scatole, circa 140 chili di alimentari», racconta Bice Giua, 68 anni, ex insegnante. Pomodori pelati, pasta, legumi: «La gente ha risposto bene. Questa iniziativa è fondamentale per chi ha più bisogno e per i ragazzi è un’esperienza che segna». Giua è una volontaria storica: «Lo faccio da quando è nata l’iniziativa, e l’ho fatto anche con le mie classi. È un momento che i ragazzi hanno molto gradito, qualcuno è rimasto anche oltre l’orario».
Tutti per tutti
Il Banco Alimentare non consegna direttamente alle famiglie, bensì sostiene associazioni, mense e case-famiglia. Accanto al Banco continuano a operare anche le Caritas parrocchiali, che ogni giorno intercettano chi non riesce a far fronte alle spese di base. «Ho sempre avuto il desiderio di fare volontariato», premette Giacomo Cubeddu, volontario della Caritas dello Spirito Santo a Selargius, «ma quando facevo il fotografo non avevo tempo. Raggiunta la pensione, ho avuto la possibilità di entrare alla Caritas e far nascere questa passione». A Santa Gilla l’angolo dedicato al Banco è strapieno: «Solo la mattina abbiamo riempito 72 scatole, circa 747 chili, e dobbiamo contare ancora 34 contenitori», continua : « Ogni anno, sempre più persone in Sardegna aiutano. Ricordo che due anni fa avevamo aiutato una coppia che aveva problemi economici, l’anno scorso sono tornati con un carrello pieno per restituire ciò che avevamo dato loro: ci riempie il cuore».
Pensare agli altri
Alla Lidl in viale Monastir, le volontarie della Caritas di San Sperate hanno già superato cinquanta scatole: «Qui la risposta è sempre forte: arriviamo a più di cento ogni anno». Pasta, latte, riso, cibo per bambini. Le motivazioni personali s’intrecciano con il lavoro quotidiano: «Veniamo da una famiglia di dieci figli, abbiamo conosciuto la povertà. Oggi che stiamo meglio possiamo restituire. Purtroppo, ancora tante persone non ce la fanno».
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