Emergenza abitativa.

Case a pezzi, arrivano 4 milioni 

Via al piano per l’edilizia popolare comunale: si comincia dagli alloggi vuoti 

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I lavori partiranno in tempi stretti, già a dicembre, e seguiranno un cronoprogramma dettagliato e definitivo. «Interventi da eseguirsi con carattere d’urgenza», è segnalato nella relazione del progetto di manutenzione straordinaria degli edifici di edilizia popolare del Comune, un piano che riguarderà palazzine e appartamenti in tutta la città, da Is Mirrionis a San Michele, da Sant’Avendrace a Sant’Elia, a Mulinu Becciu eccetera. Tetti, impermeabilizzazione, infissi, impianti, tubazioni e cavi. Tra scoli fognari, facciate disintegrate, umidità, acqua dal soffitto, il catalogo dello sfacelo da colmare è stato stilato anche sulla base delle segnalazioni fatte dai residenti negli anni e alle quali (la stragrande maggioranza) non è seguita risposta. «L’obiettivo», dice Anna Puddu, assessora alla salute e al benessere delle cittadine e dei cittadini, «è quello di garantire interventi tempestivi per dare una risposta quanto più immediata alle famiglie». Un piano per il quale vengono a messi a correre quattro milioni di euro, fondi stanziati con una freschissima delibera di Giunta.

I cantieri volanti

Nel piano di manutenzione straordinaria potrebbero rientrare anche gli alloggi a canone concordato, è scritto del dispositivo, «di competenza comunale». Via, dunque, coi cantieri per così dire volanti, massima priorità per le case vuote e “murate”, quelle con finestre e porte sigillate col calcestruzzo per scongiurare occupazioni e vandalismo. In città sono circa 200, tra comunali e di Area. «Case chiuse anche da cinque anni e tutto sommato in buone condizioni», sottolinea l’assessora. «Dopo i lavori necessari, procederemo con l’immediata assegnazione per gli aventi diritto». Area andrà di pari passo col Comune. «Abbiamo firmato un protocollo operativo che prevede interventi celeri, minimi, perché non c’è bisogno di un rifacimento completo».

I disagi senza risposta

A Cagliari sono 1.031 le famiglie in attesa di un alloggio. Tante con bambini e anziani, il popolo di una città dove l’emergenza abitativa ha raggiunto livelli di guardia. «La programmazione degli interventi ci dà modo di avviare i cantieri in emergenza e allo stesso tempo mettere a copertura altri fondi finalizzati a una manutenzione dell’intero patrimonio». La risistemazione delle case murate permetterà in tempi brevissimi la consegna delle chiavi ai nuovi assegnatari, e intanto si procederà coi mini o maxi interventi (dipende dalle necessità) laddove serve e dove da tempo si aspetta la risposta del Comune. «L’obiettivo», dice Anna Puddu, «è doppio: valorizzare il patrimonio pubblico e garantire il diritto alla casa e a condizioni dignitose dell’abitare». L’archivio della cronaca cittadina custodisce i resoconti di centinaia di proteste dei residenti nelle case popolari. Famiglie che si ritrovano con impianti idrici ed elettrici vetusti, pavimenti divelti, umidità alle pareti, finestre sconnesse; ma anche disabili e anziani confinati nella loro abitazione perché gli ascensori non funzionano da anni.

I prezzi alle stelle

Al di là dei vuoti dell’edilizia popolare, l’emergenza abitativa del capoluogo cresce anche perché tantissimi appartamenti di privati vengono destinati dai proprietari alle locazioni turistiche e brevi. «Stiamo lavorando sui canoni calmierati. Abbiamo avuto un incontro con le sigle sindacali, le associazioni degli inquilini e dei proprietari per mettere nero su bianco un nuovo accordo territoriale su Cagliari», spiega l’assessora Puddu. In settimana un nuovo incontro, sul tavolo potrebbe esserci la bozza di un accordo.

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