Il caso

«Canzone orribile, chiedo scusa a tutta Carbonia» 

Si autodenuncia l’autore del brano: insulti e calunnie contro mezza città 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

«Ho fatto una cosa orribile di cui sono profondamente pentito. Chiedo scusa a tutte le persone che ho ferito, alle loro famiglie e all’intera comunità di Carbonia».

Sono le parole di Antonello Costa, il quarantanovenne di Carbonia che ha messo in musica insulti e calunnie contro nomi noti meno noti di Carbonia. Una canzone che, da una settimana, circola nelle chat di migliaia di persone. Un testo fino a ieri dall’autore anonimo, ma che ora ha una firma precisa.

Antonello Costa, venerdì sera, si è presentato in Commissariato, accompagnato dal suo avvocato, e ha deciso di autodenunciarsi. In realtà in tanti erano già arrivati a lui perché i dati informatici rimasti incollati alla canzone hanno portato dritti al suo nome e ai suoi profili social. Tutte le persone coinvolte avevano preferito presentare una denuncia contro ignoti e lasciare agli inquirenti il compito di arrivare con quei dati al responsabile.

Antonello Costa, però, ha preferito farsi avanti spontaneamente: «Ho scritto io quella canzone – ha detto agli agenti del Commissariato che hanno raccolto le sue dichiarazioni – non so dare una spiegazione di quanto ho fatto, ma sono tremendamente pentito». Una confessione che adesso ha deciso di rendere pubblica, rispondendo alle domande che tante persone in questi giorni si sono poste, dopo aver ascoltato le strofe incriminate.

Ha scritto una canzone piena di odio e offese.

«Lo so e non mi capacito di ciò che ho fatto. Ho fatto soffrire moltissime persone senza una ragione, un’azione assurda di cui mi pentirò per sempre».

Perché diffondere tante cattiverie gratuitamente?

«In realtà quando l’ho scritta non avevo alcuna intenzione di diffonderla e farla diventare virale. Il tutto è nato come goliardata, una pessima goliardata di cui non mi sono reso conto subito».

Può spiegare meglio?

«Ho composto quelle terribili strofe al pc, rivolgendomi a un sito specializzato che mette le parole in musica: ho dato semplicemente le indicazioni per creare quel tipo di melodia e ritmo. Non sarebbe mai dovuta andare oltre il mio pc, ma non ho considerato che, una volta inseriti tutti i dati, quella orribile canzone sarebbe rimasta nel web, peraltro con tutti i dati riconducibili a me. Non togliendola è rimasta a disposizione di chiunque potesse aver accesso a quel sito».

In che modo?

«Digitando la parola “Carbonia” si arriva a tutte le melodie che hanno quella parola chiave. Evidentemente qualcuno l’ha trovata e l’ha fatta ascoltare ad altre persone inviandola via WhatsApp. A quel punto il danno era fatto, perché è passata da un telefono all’altro, senza che io potessi far nulla per evitarlo».

Si è accorto subito del problema che aveva causato?

«Sì, ma non avevo modo di tornare indietro perché non l’ho diffusa io e non avevo strumenti per farla sparire. Quando l’ho scritta non avevo alcuna intenzione di renderla virale. Quando l’ho saputo, perché sono stato informato da alcuni amici, mi sono disperato ma non c’era via d’uscita. Non potevo fermare le persone che continuavano a condividerla».

«Perché tanto odio verso quelle persone di cui ha fatto nomi e cognomi?

«Non odio nessuna di quelle persone, sono tutte rispettabilissime, dalla prima all’ultima. Chiedo perdono a ciascuna di loro, per averle fatte soffrire assieme alle famiglie che si sono trovate coinvolte in questa storia. Chiedo scusa ai miei familiari che sono finiti loro malgrado dentro questa vicenda e all’intera comunità di Carbonia: so di aver commesso un’azione pessima».

Ha ben chiaro di aver compiuto dei reati? Ingiurie, diffamazione, minacce, oltraggio alle istituzioni e alla Chiesa.

«Assolutamente sì e me ne assumo ogni responsabilità. So che chiedere scusa non basta e che la giustizia farà il suo corso, ma il mio pentimento è davvero sincero».

C’è chi ha parlato di un attacco politico visto che se l’è presa anche contro il sindaco e due assessori.

«Nessun attacco politico, lo ribadisco e chiedo perdono all’intera amministrazione comunale: si è trattato di un gioco assurdo finito nel peggiore dei modi. Non ho mai inteso minacciare nessuno, non ne avrei avuto motivo e non sono mai stato una persona capace di commettere azioni di questo genere. Davvero non riesco io per primo a capacitarmi di quello che è accaduto».

C’è una persona in particolare a cui vuole chiedere scusa?

«A tutti, ma in particolare alle donne che ho offeso con parole inaccettabili. Quegli attacchi sono orribili e nessuna donna merita di essere ingiuriata e offesa come è avvenuto in quella orrenda canzone».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi