Ancora a piede libero e con la possibilità di mettere a segno nuovi furti: dopo l’assalto al distributore Isola Gas di via Trento del 17 dicembre, pochi giorni dopo gli stessi ladri avrebbero messo a segno un colpo simile ai danni di un bar, tabaccheria, pizzeria di Quartu.
L’assalto
Barbara Lecca, titolare della stazione di servizio di Capoterra, è ancora alla prese con i danni causati dalla terza incursione della stessa banda nel giro di due mesi: «Sono passati più di dieci giorni dall’ennesimo furto commesso ai danni della mia attività, ma nel frattempo nulla è accaduto, i responsabili non sono saltati fuori. Anzi, il giorno dopo Natale sono stata contattata dal proprietario di un bar, tabaccheria e pizzeria che si trova nella zona di Capitana: il furto nella sua attività risale al 22 dicembre, e dalle immagini appare evidente che a commetterlo sia stata la stessa banda. L’auto utilizzata per commettere il furto è la stessa dell’assalto al mio distributore di carburante, e le persone che si introducono all’interno del locale sono quelle immortalate dalla mie telecamere di sicurezza. Mi chiedo cos’altro dovrà accadere prima che questa banda venga fermata». Zone diverse, stesso modus operandi: è chiaro che i furti commessi nel cuore della notte a Capoterra e Quartu siano stati commessi dallo stesso manipolo di malviventi proveniente da qualche centro del Cagliaritano.
Stesse modalità
Alberto Serra, proprietario dell’attività di Capitana presa d’assalto dalla banda che in tre occasioni ha fatto visita alla stazione di servizio di Capoterra, racconta la sua esperienza: «Sono arrivati intorno alle 2,20, l’auto utilizzata per il furto è chiaramente la stessa, e anche le persone sembrano quelle immortalate nei giorni scorsi a Capoterra. Fortunatamente sono andati via a mani vuote, sono entrati in un lampo e sapevano esattamente dove andare, è chiaro che avevano studiato in precedenza il locale e si sono diretti immediatamente verso la cassa: l’hanno portata via, ma all’interno non c’era nulla. Hanno tentato di introdursi all’interno dell’attività utilizzando un’auto, coperta davanti e dietro da due lenzuola, come ariete: la vetrata è andata completamente in frantumi, la serranda invece ha resistito all’impatto. Hanno agito nel buio più totale, probabilmente non si aspettavano che la serranda restasse in piedi: presi dal panico si sono allontanati a tutta velocità mentre l’allarme continuava a suonare».
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