Overdose. E una vita spezzata dall'eroina, lei che eronia lo era già: di se stessa, di una musica che era lo specchio di una rivincita, di un'autoaffermazione/distruzione in un mondo di uomini, di un rock 'n' roll mai così libero e vivo, da inondare con la corrente scura di una voce unica, più blues del blues, disperata e spaccacuore.

Il 4 ottore 1970 Janis Joplin se ne va nel sonno dopo l'ultimo buco, riversa a terra in una stanza d'albergo di Hollywood, lasciando il mondo che aveva imparato ad adorarla senza parole. Anche lei uccisa dalle sue paure e insicurezze, anche lei a 27 anni, dopo una carriera luminosa e fugace come una stella cadente. Dagli inizi col futuro chitarrista dei Jefferson Airplane Jorma Kaukonen all'ingresso nei Big Brother and The Holding Company con cui conosce il successo.

Le cui porte si spalancano improvvisamente nel giugno del 1967 al Festival Pop di Monterey e poi con la scalata in classifica del secondo disco "Cheap Thrills" (il disco di "Piece of My Heart"). Poi la strada in solitudine, con la Kozmic Blues Band tutta per lei e poi con la Full-Tilt Boogie Band, il cui album "Pearl" include pezzi come "Cry Baby", "Mercedes Benz", "My Baby".

(Redazione Online/m.c.)

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