Esattamente 20 anni fa, il 15 luglio 1997, veniva ucciso lo stilista Gianni Versace.

Nato a Reggio Calabria nel 1946, presentò la sua prima collezione a Milano nel 1978 e in pochi anni riuscì a diventare uno dei punti di riferimento della moda mondiale, alla guida di una delle maison simbolo dello stile made in Italy.

Per presentare le sue creazioni si avvalse sempre dei fotografi di punta e contribuì al successo delle più note top model degli anni Novanta, da Claudia Schiffer a Linda Evangelista, passando per Naomi Campbell e Carla Bruni.

Nel 1986 l'allora Capo dello Stato Francesco Cossiga gli conferì il titolo di Commendatore dell'Ordine del Merito della Repubblica italiana.

Fu assassinato a colpi di pistola nella sua splendida villa a Miami, in Florida, pagata 10 milioni di dollari (altri 30 ne spese per la ristrutturazione).

Il delitto venne attribuito a Andrew Cunanan, tossicodipendente e gigolò dell'ambiente omosessule della città americana.

Il presunto killer venne a suo volta trovato senza vita pochi giorni dopo, suicida con la stessa arma usata per freddare lo stilista.

Il movente dell'omicidio non è mai stato chiarito del tutto.

Il funerale di Versace fu celebrato a Milano e vi presenziarono, tra gli altri, la sorella Donatella, che guida oggi la casa di moda, Lady Diana ed Elthon John.

"Con la morte di Versace - commentò in quei giorni di lutto il regista Franco Zeffirelli - l'Italia e il mondo perdono lo stilista che ha liberato la moda dal conformismo, regalandole la fantasia e la creatività".

(Redazione Online/l.f.)

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