Domani, 26 agosto, saranno trascorsi esattamente 10 anni dal delitto di Avetrana. Quello che ha visto come vittima Sarah Scazzi, una ragazzina di 15 anni uccisa e poi gettata in un pozzo.

Per la vicenda sono in carcere, condannate all'ergastolo, sua zia e sua cugina - Cosima Serrano e Sabrina Misseri -, mentre lo zio, Michele Misseri, ha ricevuto una pena di otto anni.

Il giorno della scomparsa, la mamma di Sarah presenta denuncia: sua figlia è sparita dopo essere uscita di casa intorno alle 14.30. Doveva andare dalla cugina per poi raggiungere una spiaggia. Ma il suo cellulare risulta spento, e di lei non c'è traccia.

Subito scatta l'allarme, si moltiplicano gli annunci anche da parte della stessa Sabrina. Passano i giorni, le forze dell'ordine e tanti volontari battono a tappeto la zona. A fine settembre lo zio Michele dice di aver ritrovato il telefonino: è semibruciato. Passa un'altra settimana e sempre lui crolla al termine di un interrogatorio, raccontando di aver ucciso la nipote e dando indicazioni per individuare il corpo. In effetti il cadavere di Sarah è lì, in fondo a un pozzo.

Poco dopo tira in ballo anche la figlia Sabrina, la cui ira sarebbe nata per motivi di gelosia nei confronti di un altro giovane, Ivano Russo.

Le versioni fornite dagli indagati sono state negli anni diverse, e hanno coinvolto poi anche la moglie di Misseri, Cosima Serrano, sorella della madre della vittima.

(Unioneonline/s.s.)
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