È il 9 dicembre 1994 quando, vicino a Macomer, viene rapito Giuseppe Vinci. Rimarrà nelle mani dei sequestratori fino al 15 ottobre 1995.

Quella sera, finisce di lavorare intorno alle 19.30 e, da Santa Giusta, parte in direzione di Macomer. Qualcuno già lo segue. All’improvviso un furgone appare in mezzo alla strada, un finto incidente. Il 31enne non riesce a evitare l’impatto. A quel punto i cinque banditi, tutti armati, lo afferrano e si allontanano.

Il riscatto pagato dalla famiglia è di oltre 4 miliardi di lire. Era stato suo padre Lucio a consegnare il denaro, infilato in sacchi per la lana delle pecore e in una borsa di pelle, nel centro di Nuoro. Ma, dato il blocco dei beni, l’uomo aveva prelevato gli incassi dalla catena di supermercati che aveva.

È questo uno dei sequestri più lunghi della storia in Sardegna. Vinci ha raccontato che i malviventi lo costringevano a tenere le cuffie di un walkman con musica a volume altissimo di giorno e di notte.

(Unioneonline/s.s.)

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