È il 5 marzo del 1922 quando a Bologna nasce Pier Paolo Pasolini.

Figlio di un ufficiale di fanteria e di un insegnante, vive un'infanzia movimentata, fatta di mille trasferimenti tra il Veneto, il Friuli e l'Emilia Romagna. Resta ben presto da solo con la madre, con il fratello Guido che viene ucciso insieme ad altri 16 partigiani da una milizia di comunisti, in quello che resterà nella storia come l'Eccidio di Porzus.

Mentre d'estate scrive poesie in friulano a Casarsa, paese d'origine della mamma, a scuola partecipa intensamente alla vita culturale bolognese e coltiva la passione per la letteratura e il cinema.

La svolta arriva con il trasferimento a Roma, dove comincia a lavorare come correttore di bozze fino a scrivere le prime raccolte di poesie e romanzi. Da quel momento diventerà tutto: poeta, con "La meglio gioventù", "Le ceneri di Gramsci" e "Poesia in forma di rosa"; romanziere, con "Ragazzi di vita" e "Una vita violenta", giornalista, regista, con "Accattone", "Mamma Roma", "Il Vangelo secondo Matteo".

È, questo, solo una piccolissima parte di quello che produsse questo incredibile intellettuale italiano, ateo, anticlericale e omosessuale.

Dalla nascente società dei consumi, alla critica delle abitudini borghesi e dei media, con la sua sensibilità e profonda conoscenza dell'essere umano ebbe la capacità di interpretare i suoi tempi. E il futuro, come nessun altro è stato in grado di fare.

Nel 1975 è stato trovato morto sul lungomare di Ostia, in circostanze che a 44 anni di distanza non sono ancora state del tutto chiarite.

(Unioneonline/D)

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