A un mese e mezzo dall'inizio delle proteste, il 30 maggio del 1989 alcuni giovani manifestanti innalzano al centro di piazza Tienanmen, a Pechino, una statua in polistirolo e cartapesta che rappresenta la "Dea della democrazia".

Il "fragile monumento", che ha un'altezza di 10 metri, viene collocato davanti all'immagine di Mao Zedong, simbolo del "vecchio" Partito comunista cinese, bersaglio della lotta di studenti, operai, funzionari e intellettuali.

A realizzare la statua in quattro giorni sono gli allievi dell'Accademia Centrale delle Belle Arti, tra i protagonisti di quello che è stato definito il movimento della "Primavera democratica cinese".

I manifestanti chiedono una profonda riforma del sistema politico del Paese asiatico, dopo la morte del segretario generale Hu Yaobang, avvenuta il 15 aprile.

Le proteste vengono poi represse nel sangue: dopo che Deng Xiaoping impone la legge marziale, nella notte tra il 3 e il 4 giugno l'esercito di liberazione popolare fa il suo ingresso nella piazza con i carri armati, aprendo il fuoco sui civili.

(Unioneonline/F)

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