Il 30 gennaio del 1948 il Mahatma Gandhi viene ucciso con tre colpi di pistola a New Delhi durante la preghiera del mattino.

L'assassino si chiama Nathuram Godse ed è un fanatico nazionalista indù, che accusa l'attivista di troppa vicinanza ai musulmani. L'episodio rappresenta il culmine di alcuni episodi di violenza interreligiosa contro cui lui si batteva.

Quel giorno il premier, Jawaharlal Nehru, dichiara: "La luce se ne è andata dalle nostra vite, il buio ha prevalso ovunque".

Gandhi, considerato in India "padre del Paese", è una figura chiave della lotta all'indipendenza indiana dai colonizzatori britannici. Lotta che lui ha teorizzato e praticato come disobbedienza civile non violenta.

Il "Mahatma" viene arrestato più volte - la prima nel settembre del 1906 - per i suoi atti di protesta e nel 1930 finisce in carcere per aver simbolicamente prodotto alcuni grammi di sale per protestare contro il monopolio dell'allora madrepatria.

(Unioneonline/F)

Gennaio 2021

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