Il 29 maggio del 1985 si disputa la finale di Coppa dei Campioni tra Liverpool e Juventus allo stadio Heysel di Bruxelles, ma quella che doveva essere una festa si trasforma in una tragedia.

Un'ora prima dell'inizio del match, dopo i primi tafferugli, la polizia non riesce più a controllare gli hooligan inglesi, che inseguono i tifosi della squadra bianconera e sfondano le reti divisorie che li separano. Scoppia il panico: i supporter italiani si rifugiano in un angolo del settore Z, ammassandosi gli uni sopra gli altri contro un muro, che alla fine crolla.

Muoiono 39 persone. Tra loro 32 italiani, quattro belgi, due francesi e un irlandese. A perdere la vita ci sono quattro sardi: Giovanni Casula e del figlio Andrea, cagliaritani e di Mario Spanu, emigrato di Perfugas e Barbara Lusci di Domusnovas. Oltre 600 i feriti.

La partita però non viene sospesa: le due squadre scendono in campo, nonostante i giocatori siano consapevoli di quanto accaduto.

A vincere la coppa sarà la Juve, con un gol - seguito da una quantomai surreale esultanza - di Michel Platini, che sigla il rigore del decisivo 1 a 0.

(Unioneonline/F)

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