È il 27 marzo del 1975 quando al cinema debutta il primo film della fortunata saga di Fantozzi, il ragioniere perseguitato dalla sfortuna.

La pellicola prende spunto dal libro pubblicato quattro anni prima: un best seller da oltre un milione di copie. E anche la pellicola non è da meno, facendo il botto di incassi nel biennio 1974-1975.

Fantozzi, nato dalla mente geniale di Paolo Villaggio, è, per citare le sue parole, "il prototipo del tapino, ovvero la quintessenza della nullità".

Sposato con Pina, casalinga disperata, padre di Mariangela, ottusa e dall'aspetto mostruoso, innamorato della signorina Silvani, il ragionier Fantozzi, simbolo dell'italiano medio degli anni settanta, impiegato medio-borghese, è perennemente alla ricerca di un riscatto. Ma più cerca di salire la scala sociale, e più finisce a terra, calpestato e sfruttato da tutti.

"Il mondo - le parole di papà Villaggio - è fatto per la maggior parte da persone che nella vita hanno fallito. Grazie a Fantozzi ho fatto in modo che alcuni neppure si accorgessero di essere nullità. O al limite ho fatto sì che non si sentissero soli".

(Unioneonline/D)

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