Esteranne Ricca è una ragazzina di 16 anni quando, nelle campagne del Grossetano, viene rapita da due malviventi travestiti da finanzieri. È il 2 dicembre 1987. Rimarrà nelle mani dei carcerieri fino al 26 giugno 1988. Quel giorno l’accompagnano in macchina a Roma, vicino alla stazione Tiburtina, e le mettono in tasca un po’ di soldi per tornare a casa. Lei si fa portare a Termini ma lì scopre che c’è lo sciopero, i treni non viaggiano, quindi prende un taxi per raggiungere la sua famiglia e la sua casa a Civitella Paganico.

Da quanto ricostruito, il giorno del sequestro Esteranne è in macchina insieme al fratello e l’autista li sta accompagnando a scuola, come ogni mattina. Vengono fermati da due (finti) finanzieri, la ragazza viene fatta salire a forza su un’altra auto e portata via. L’allarme scatta poco dopo e si capisce subito che si tratta di un rapimento a scopo di estorsione. La famiglia chiede il silenzio stampa mentre le indagini seguono la pista di una banda sarda. Trattative, lettere, messaggi, telefonate in codice: sono mesi di grande angoscia per i Ricca fino a quel 26 giugno. In carcere finiscono sette persone e si parla di un consistente riscatto pagato dal nonno dell’ex ostaggio. Ma su tutto cala il velo della gioia, quella della famiglia per il ritorno a casa di Esteranne, che dovrà riprendere in mano la sua vita, interrotta da oltre 200 giorni trascorsi in grotte e nascondigli.

(Unioneonline/s.s.)

Giugno 2020

Maggio 2020
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