"La telefonia regina incontrastata dei reclami che giungono quotidianamente ai nostri sportelli". Questa la denuncia dell'Unione Nazionale dei Consumatori (Unc), che osserva come il "pasticcio" della fatturazione a 28 giorni abbia fatto triplicare le segnalazioni.

E l'associazione dei consumatori fa un elenco dieci addebiti "non trasparenti" che ci ritroviamo in ogni bolletta telefonica. Eccoli.

Chiama ora, Ti ho cercato, Chiamami - I servizi che avvisano l'utente nei casi in cui non è stato possibile contattarlo. Non tutti sanno che sono servizi a pagamento, specifica l'azienda: costano 112 cent al giorno con Vodafone, 19 centesimi a settimana con Wind, 1,5 euro al mese con Tre, 1,9 a bimestre con Tim.

Ascolto dei messaggi in segreteria - Ha un costo, ma non viene comunicato adeguatamente ai consumatori: con Tre costa 20 centesimi a chiamata, Vodafone 1,5 euro al giorno quando utilizzati, mentre per Tim varia a seconda del piano tariffario.

I piani tariffari - Anche quelli costano: Tim, Vodafone e Wind pretenderebbero 50 cent a settimana, spiega l'Unc. Pare inoltre che Tim abbia attivato automaticamente l'opzione Tim Base unitamente ad altre offerte promozionali: è gratuita per i primi 30 giorni, poi diventa a pagamento ma per disattivare l'opzione tocca pagare tre euro.

Costi d'incasso o altri costi - Pare inoltre che tutti gli operatori addebitino a carico degli utenti i costi di incasso, indipendentemente dalla modalità di pagamento prescelta. C'è Fastweb, ad esempio, che prevede il pagamento di 1,81 euro sotto la voce "altri costi", pur non specificando a cosa si riferiscano.

Non è tutto incluso - Il tutto incluso spesso non è reale, e alcuni operatori non informano i clienti dell'addebito di costi aggiuntivi per chiamate da linea fissa, sebbene il contratto di abbonamento preveda la formula "all inclusive".

Credito residuo - Anche le chiamate per conoscre il credito residuo costano: con Vodafone, ad esempio, 40 centesimi.

Servizio antivirus - Sempre Vodafone, ha introdotto un servizio antivirus chiamato Rete sicura: è inserito di default quando viene attivata la sim, è gratuito per i primi tre rinnovi, poi costa un euro ogni quattro settimane. E molti utenti hanno appreso del rinnovo a pagamento solo dopo aver ricevuto l'addebito.

Il servizio tethering - Sempre riguardo a Vodafone, la navigazione in modalità hotspot ha dei costi ulteriori rispetto alla tariffa base, ma Vodafone non lo rende immediatamente percepibile ai clienti. Tanto che, spiega Unc, è stata diffidata dall'Agcom per aver imposto un pagamento per la fruizione del servizio.

Penali in caso di recesso - Anche in questo caso c'è poca chiarezza, perché se il recesso avviene prima della scadenza del termine minimo di durata del contratto, ma è giustificato dalla non accettazione di alcune variazioni contrattuali proposte dal gestore, l'utente non dovrebbe pagare nulla. E invece non è così.

Attivazione sim nei punti vendita - Pare che tutti gli operatori richiedano agli utenti che intendono attivare una sim nei punti vendita, oltre al costo della scheda - in genere 5 euro - un ulteriore costo una tantum per la sua attivazione (si varia dai tre ai cinque euro). Sono soldi chiesti indebitamente ai consumatori, spiega Unc, in quanto l'attivazione sul portale online del gestore è gratuita.

(Unioneonline/L)
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