Stop al contante e carcere per gli evasori: le mosse sul fisco
Al vaglio l'abbassamento delle soglie di punibilità che furono alzate dal governo Renzi nel 2015Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Una massiccia operazione di incentivo all'uso delle carte di credito e tutti i sistemi di pagamento elettronici e digitali, passi avanti nella "modernizzazione" del sistema fiscale e nella lotta all'evasione, anche inasprendo il carcere per gli evasori, per poter così "ridurre le tasse su famiglie e imprese".
Questi i principali tratti del "patto con i contribuenti" che Giuseppe Conte preannuncia a New York in vista della legge di bilancio.
È il viceministro Antonio Misiani a dire in Aula alla Camera che "non è una missione impossibile" abbattere l'evasione: in ballo ci sono 110 miliardi "che ogni anno vengono sottratti a fisco e Inps". La fatturazione elettronica sta dando buoni risultati e a gennaio entrerà a regime anche lo scontrino elettronico, con tanto di lotteria degli scontrini.
Tra le proposte aumenti selettivi dell'Iva che però verrebbero restituiti al contribuente che paghi con carta, meccanismi di detrazioni non più automatiche ma solo a fronte di pagamenti tracciabili. O ancora l'idea di abbassare il tetto all'uso del contante (ora è tremila euro) e interventi per contrastare l'elusione delle grandi compagnie e una fascia di gratuità nei pagamenti con le carte, ad esempio nessuna commissione sui primi cinque euro spesi con bancomat e i primi venti con carta.
Per gli evasori è sotto la lente la proposta M5s di inasprire il carcere, alzando quelle soglie di punibilità che furono alzate nel 2015 dal governo Renzi. E se il Pd per ora non si sbilancia, fonti di Italia viva sottolineano che "è giusto perseguire con il carcere chi ruba agli italiani ma le norme esistono già e non bisogna inventarne di nuove".
I TEMPI - Tra Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia si lavora in queste ore innanzitutto per chiudere la nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza. È improbabile che il documento sia pronto per il Consiglio dei ministri in programma domani pomeriggio e si ipotizza un Cdm ad hoc venerdì. Quanto ai numeri, secondo le ipotesi più accreditate, l'asticella della crescita dovrebbe essere fissata allo 0,5% o 0,6%, mentre per il deficit l'obiettivo sarebbe il 2,2% del Pil.
Ma la discussione è ancora aperta e se per alcune fonti ci si fermerà al 2,1%, secondo altre il M5s starebbe spingendo per fissare il deficit un po' più su, al 2,3% o 2,4% del pil, cercando di ottenere dall'Ue il margine di flessibilità più ampio possibile.
(Unioneonline/D)