C'è anche la Sardegna tra le regioni in cui assumere giovani diventerà particolarmente conveniente.

Lo ha detto il ministro per il Mezzogiorno Barbara Lezzi.

Le agevolazioni per le imprese previste dal reddito di cittadinanza, ha spiegato la Lezzi in un'interpellanza in aula alla Camera, nel testo definitivo del decretone sono "compatibili e aggiuntive" con la totale decontribuzione per i nuovi contratti a tempo indeterminato di giovani o disoccupati nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e, appunto, Sardegna.

Nel caso in cui il datore di lavoro abbia già esaurito gli esoneri contributivi l'incentivo previsto dal reddito di cittadinanza arriverà sotto forma di credito di imposta.

"Con il nuovo decreto - le sue parole - verrà riconosciuto un credito di imposta a quelle imprese del Sud che avranno già la decontribuzione, ma avranno anche il credito di imposta per la parte residua che ha, di reddito di cittadinanza, il percettore che verrà assunto. Quindi, abbiamo reso sostanzialmente un doppio vantaggio alle imprese del Sud che vorranno assumere dei disoccupati".

Inoltre, ha aggiunto, con la legge di bilancio "arriva l'ampliamento della categoria dei soggetti che potrà beneficiare dell'incentivo 'Resto al Sud', con l'allargamento dell'agevolazione ai professionisti e l'innalzamento dell'età massima per i beneficiari dai 35 ai 45 anni e del 100 percento degli sgravi contributivi per tutti i nuovi assunti al Sud, tra i disoccupati da almeno sei mesi", decontribuzione che "per i nuovi assunti, non ha tetti di età ed è prevista per il prossimo biennio, perché io vorrei dare un po' di respiro alle imprese in modo che possano finalmente programmare".

Ma cosa sono queste agevolazioni previste dal reddito di cittadinanza? Per i datori di lavoro che assumono a tempo pieno e indeterminato i beneficiari del reddito si ha diritto a un esonero contributivo nel limite massimo dell'assegno percepito dal lavoratore (cioè fine a 780 euro al mese) per un periodo pari alla differenza tra le 18 mensilità e quelle già godute dal beneficiario, comunque non meno di cinque mesi. Nel caso in cui ci sia un rinnovo del diritto al reddito dopo i 18 mesi, l'esonero è concesso per 5 mensilità. Se però l'impresa dovesse licenziare il lavoratore è tenuta alla restituzione dell'incentivo fruito, maggiorato dalle sanzioni previste.

Salvo, chiaramente, che il licenziamento sia avvenuto per giusta causa.

"Abbiamo pensato un progetto proprio al fine di evitare il fine assistenzialistico ed evitare l'atteggiamento paternalistico di uno Stato che dà benefici - ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte -. Certo, siamo consapevoli delle difficoltà, che non è facile trovare un lavoro al Sud. Ma è un progetto che fa sistema, e così abbiamo la chance di cambiare la situazione".

(Unioneonline/D)
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