Il prezzario regionale dei lavori pubblici, che la Regione Sardegna sta per pubblicare, è del tutto «inadeguato» agli aumenti dei costi per le materie prime e rischia di provocare la chiusura di diverse imprese dell’Isola.

A lanciare l’allarme sono Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, e Giacomo Meloni, Presidente regionale degli edili.

«L’aggiornamento del valore delle opere – spiegano – pare essere del tutto incongruo all’andamento dell’economia, che sta già determinando chiusure di cantieri, gare deserte e rescissioni di contratti. Secondo nostre informazioni, dopo la revisione dei costi dei materiali sarebbero presenti numerosi “segni meno”, ovvero variazioni in calo. Siamo molto preoccupati per le micro, piccole e medie imprese della Sardegna».

Il prezzario comprende l’aggiornamento del prezzo di 10mila opera pubbliche e viene elaborato sulla base delle rilevazioni fornite dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ovviamente è fondamentale per le imprese del settore affinché possano trarre una giusta remunerazione del lavoro effettuato.
Il caro materiali, osservano le imprese, negli ultimi mesi ha fatto lievitare il prezzo dell’acciaio del 150%, quello dei polietileni del 110%, quello del rame del 28,9% e quello del petrolio del 45,3%: a questi costi «non è più sostenibile realizzare opere pubbliche progettate secondo i prezzi in vigore nei mesi passati, ormai fuori mercato».

E nel prezzario regionale sono «molte le voci incongrue al ribasso, con l’andamento sempre al rialzo dei semilavorati».
«Confidiamo in un riequilibrio dei costi che tenga conto delle difficoltà che stiamo affrontando per l’inflazione innescata dalla ripresa, dai bonus edilizi e poi dalla guerra - continuano Lai e Meloni – e non vorremmo ritrovarci uno strumento inapplicabile e inopportuno perché, con i suoi ribassi, mortificherebbe soprattutto le piccole imprese mettendole di fatto fuori dal mercato. Serve anche una svolta sulla rilevazione dei prezzi: l’attuale metodo è totalmente inadeguato a una reale rivalutazione del costo dei materiali».
(Unioneonline/L)

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