Ok all’unanimità della Camera alle misure per favorire la riduzione del “gender pay gap”, una proposta di legge sulla parità salariale e di genere che racchiude le iniziative di diversi schieramenti politici.

Il provvedimento, che sarà esaminato in seconda lettura al Senato, modifica l'articolo 46 del codice delle pari opportunità del 2006, disponendo l'obbligo di stesura di un rapporto sul personale alle aziende con 50 dipendenti (che verrà trasmesso telematicamente al ministero del Lavoro), mentre il testo di 15 anni fa fissava l'asticella alle realtà produttive con 100 occupati.

Previsto anche un premio alle aziende private con l'organico all'insegna dell'uguaglianza tra i sessi, che potranno godere di sgravi contributivi fino a 50.000 euro, ma anche ricevere con più facilità aiuti di Stato per sostenere i propri investimenti.

Le nuove norme integrano la nozione di discriminazione diretta e indiretta, includendo nelle fattispecie pure gli atti di "natura organizzativa, o oraria" che sfavoriscono le donne. Tutti quei comportamenti che "in ragione del sesso, dell'età anagrafica, delle esigenze di cura personale o familiare, dello stato di gravidanza nonché di maternità o paternità, anche adottive", pongono o possono porre la lavoratrice in "posizione di svantaggio rispetto alla generalità degli altri" addetti, generano "limitazione delle opportunità di partecipazione alla vita o alle scelte aziendali" e creano ostacoli riguardo ad avanzamento e progressione nella carriera.

Esulta la relatrice e promotrice dell'iniziativa, la deputata del Pd Chiara Gribaudo: “Nonostante la Costituzione e i buoni propositi, in questo Paese, una donna (quando lavora) può arrivare a guadagnare oltre il 20% in meno di un uomo a parità di mansione e salario. Poi è scoppiata la pandemia e ancora una volta le donne, e i giovani, hanno pagato il prezzo più alto in termine di disoccupazione e mancanza di politiche adeguate. Sono cambiati tre governi, in questa legislatura, cambiati i ministri, ma mai la voglia di arrivare in fondo all’approvazione di questa legge”. Adesso, continua, “ci vorrà il tempo tecnico, non ci sono magie che consentano il giorno dopo il voto di abbattere disuguaglianze strutturali economiche e culturali. Noi però andremo avanti, perché il futuro è femminista, il futuro è generato dalle donne”.

Per il ministro delle Pari opportunità e della Famiglia Elena Bonetti si tratta di "una proposta che si integra con la certificazione per la parità di genere prevista dal Pnrr", mentre per il titolare del dicastero del Lavoro Andrea Orlando il passaggio al Senato è "un'ottima notizia" e "un passo in avanti sulla strada" dell'uguaglianza tra donne e uomini. 

(Unioneonline/D)

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