"Togliendole dalla possibilità di accedere agli indennizzi, le aziende miste, che magari hanno 70 pecore 9 mucche e 9 maiali, non percepiranno un solo euro nonostante abbiano una posizione Inps, un'iscrizione alla camera di commercio, paghino le tasse e siano sottoposte ai controlli come tutte le altre imprese".

Cpsì Gianuario Falchi, uno degli storici portavoce dei pastori senza bandiere nella battaglia per il prezzo del latte, in merito ai 40 milioni destinati dalla Giunta regionale a favore delle aziende, dopo un'intesa con le organizzazioni agricole.

"Hanno incoraggiato i giovani a fare il primo insediamento con un numero di capi ovicaprini di 51 e ora non prendono gli indennizzi perché non ne hanno 100, ma questi animali non mangiano oppure possono morire di fame?". “È semplicemente assurdo – prosegue – e per questo mi complimento con le associazioni di categoria che dovrebbero rappresentare tutte le aziende, non una parte, e i politici eletti per rappresentarci tutti, che dovrebbero conoscere il loro territorio”.

"Non sarà certo questa miseria che salverà il comparto – la conclusione – ma come al solito vi dimostrate capaci solo di fare proclami".

Falchi ricorda anche "che ci sono i saldi dei nostri premi sul biologico e sulla difesa del suolo fermi nelle vostre casse mentre noi corriamo in banca a fare debiti". In alcuni casi, spiega ancora, si è arrivati al paradosso che i ristori che servirebbero per pagare le tasse "sono fermi", quindi il durc non è regolare e le banche non fanno credito. 

(Unioneonline/v.l.)

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