Mezzo milione di ettari di terre libere. È questo il patrimonio agricolo che la Sardegna potrebbe valorizzare per dare impulso al settore regionale, garantire sviluppo e lavoro. 

A segnalarlo è stata Copagri, convinta del ruolo fondamentale che la Regione dovrà avere in tempi rapidi per mettere a frutto e a disposizione della collettività un tesoro rimasto inutilizzato a lungo.

“Una delle maggiori criticità dell’agricoltura sarda – premette Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri Sardegna - è rappresentata dalla senilizzazione dei  titolari di azienda,  il che pone in primo piano l’esigenza di favorire il processo di ringiovanimento degli addetti anche al fine di introdurre elementi di innovazione in grado di elevare la competitività delle nostre imprese. Emergono indubbiamente segnali positivi in tal senso, derivanti principalmente dal sostegno dato dal Programma di Sviluppo Rurale, o dai provvedimenti Ismea, ma spesso i giovani si trovano davanti  una barriera rappresentata dalle difficoltà di acquisizione della terra”.

L’associazione aveva accolto positivamente l’impegno della Regione, nella passata legislatura, rivolto all’assegnazione di terre disponibili e non utilizzate mediante bando gestito da Laore. “Con la formazione della nuova Giunta regionale, il processo si è però fermato a causa della mancata approvazione degli indirizzi per l’Agenzia. Chiediamo pertanto che l’Assessora dell’agricoltura, d’intesa con l’assessore degli Enti Locali, vi provvedano quanto prima allargando in tal modo le opportunità per i giovani che vogliono intraprendere l’attività agricola”.

Il tutto entro il quadro complessivo che vede in Sardegna un patrimonio di terre pubbliche, tra terre demaniali regionali, terre dei demani propri comunali, terre gravate da uso civico, terre di altri enti pubblici, pari a circa 500.000 ettari, per le quali Copagri propone da tempo l’approvazione di un grande Piano di Valorizzazione.

“Problema più datato ma di non minore importanza – prosegue Pietro Tandeddu, direttore regionale di Copagri – è costituito dalla mancata assegnazione delle terre di “Surigheddu“ e “Mamuntanas“ in agro di Alghero; circa 1.200 ettari di cui 400, quelli di Mamuntanas, di grande fertilità e potenzialità. Risolto il contenzioso con un gruppo di pastori presenti nell’area da decenni, non resta che stabilire obiettivi , tipologia di destinatari, criteri e forme di assegnazione. Non necessariamente le terre dovranno essere vendute ma può prevedersi l’affitto a lungo termine mantenendo il controllo della terra in mano pubblica. E, soprattutto, si lasci alla terra la sua funzione primaria di produzione di beni alimentari cui i nuovi produttori potranno affiancare le attività connesse e complementari previste dalla legge. Si evitino altre destinazioni d’uso che  possono essere date ad altri terreni, da acquisire in altre aree, con  investimenti a carico dei privati”.

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