Il boom dell’inflazione frena la ripresa economica della Sardegna e le previsioni per il 2023 sono negative.

L’anno scorso l’Isola ha chiuso il 2022 con un Pil al +2,9 per cento ma la crescita per questi 12 mesi potrebbe rallentare e inchiodare il Pil al -0,2 per cento.

Condizioni che, per Confartigianato Sardegna, sono dovute soprattutto al clima di incertezza creato dall’inflazione e dalla situazione internazionale dovuta al conflitto in Ucraina.

«Nonostante l’economia regionale stia chiudendo con una performance molto positiva, mostrando un’elevata reattività e una buona tenuta, nonostante il momento negativo a causa della pandemia e della crisi energetica internazionale - spiegano Maria Amelia Lai e Daniele Serra, presidente e segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – preoccupano, al contrario, i dati sull’inflazione sul 2023: dobbiamo assolutamente evitare a ogni costo questo, possibile, colpo durissimo all’economia regionale: non possiamo permettercelo».

«Occorre sostenere le imprese del territorio, in particolare quelle artigiane e le piccole attività – aggiungono – consentendo anche ai cittadini di recuperare il potere di spesa per fare fronte, così, al momento d’emergenza legato all’aumento dei prezzi al consumo. L’entità della crisi energetica e gli impegni assunti dal Governo in tema di riforme fanno ora sperare in un approccio complessivo di razionalizzazione. Le risorse si possono, anzi, si devono recuperare, eliminando sprechi, inefficienze, rendite di posizione e assurdi squilibri».

L’inflazione è tra i primi elementi a finire sotto accusa: a novembre 2022 i prezzi sono cresciuti in Sardegna del 13,1% sul 2021. La media nazionale è dell’11,8% e viene superata in otto regioni, cioè Sicilia (14,3%), Liguria (13,7%), Sardegna (13,6%), Abruzzo (12,9%), Umbria (12,5%), Puglia (12,5%), Emilia-Romagna (12,4%) e Toscana (12,0%). E c’è poi il costo dell’energia: i prezzi al consumo di elettricità, gas e altri combustibili, senza i carburanti per il trasporto, sono più che raddoppiati segnando, per la Sardegna, a novembre il +135,9%.

«Soprattutto sul costo dell’energia, da tanto tempo, chiediamo e auspichiamo una revisione finalizzata a riequilibrare il peso del fisco sulle diverse dimensioni di imprenditori-utenti – proseguono Lai e Serra - per questo occorre, innanzitutto, eliminare definitivamente gli oneri di sistema dalle bollette elettriche delle imprese. L’azzeramento avvenuto nel corso del 2022 per effetto dei provvedimenti emergenziali dimostra che è un’operazione possibile e che va resa strutturale. Non è pensabile chiedere a un imprenditore passato dai 7mila euro mensili di bolletta del 2021 ai 14mila del 2022 di aggiungere, da quest’anno, anche circa 2mila euro al mese per gli oneri generali del sistema elettrico».

Confartigianato Sardegna ha presentato alcune proposte sull’efficientamento energetico aziendale per sostenere le imprese nell’istallazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e per intervenire sulla transizione ecologica e sull’abbattimento dei consumi e dei costi, chiedendo un intervento di 50 milioni di euro.

(Unioneonline/s.s.)

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