In Sardegna non si fanno più bambini.

Un'allarmante verità messa nero su bianco da uno studio realizzato da Cna (Confederazione Nazionale Artigianato e piccola media impresa) della Sardegna, diffuso oggi, che snocciola dati eloquenti: nel 2018, anno di riferimento dell'analisi, nell'Isola sono state registrate 9.438 nascite, 704 in meno rispetto al 2017 (-6,9%).

Ma la flessione è ancora più tragica se si prendono in considerazione gli ultimi cinque-sei anni: rispetto al 2012 il numero dei nuovi nati è infatti calato del 24,2%, contro il -17,7 del resto d'Italia e il -14,5% dell'intero Mezzogiorno.

Insomma, se a livello nazionale le coppie italiane mettono al mondo meno figli rispetto al passato, in Sardegna la situazione è ancora più accentuata.

Ma ci sono altri dati preoccupanti: il tasso di fecondità delle donne sarde è tra i più bassi d'Italia: una media di 1,06 figli per donna, contro la media nazionale di 1,32.

Ancora: in Sardegna l'età media della madre al momento del parto è di 32,5 anni, quasi un anno in più rispetto alla media italiana.

Infine, rispetto al 2002 si contano nell'Isola 85mila donne in meno nella classe 15-49 anni, il 20% in meno contro l'8,2% della media nazionale.

"Questo pessimo risultato matura in un contesto caratterizzato da livelli di natalità già assai bassi ed in costante riduzione", commentano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna.

"È ragionevole ritenere - aggiungono i referenti Cna - che il rilevante calo delle nascite trovi spiegazione nei fenomeni di invecchiamento della struttura demografica, aggravati dai consistenti flussi di giovani in uscita dall'Isola in cerca di un inserimento lavorativo soddisfacente".

"La bassissima natalità rappresenta un problema serio per la Sardegna", concludono Piras e Porcu.

"Le scarse opportunità di inserimento lavorativo per le donne , associate ad una scarsa offerta socio -educativa carente , sono tra le principali cause dello slittamento dei progetti di genitorialità delle giovani coppie. L'implementazione di politiche efficaci mirate a supportare le classi più giovani nel proprio percorso personale di lavoro e famiglia deve stare ai primi posti dell'agenda politica, con l'obiettivo dichiarato di contrastare l'emorragia in atto e aumentare le capacità attrattiva dell'Isola rispetto ad altri contesti territoriali".

(Unioneonline/l.f.)
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