Imprese, la Marcegaglia protestaD'Alema: "Acquiescenza al governo''
Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia definisce i 70 miliardi di credito vantati dalle imprese, nei confronti della Pubblica amministrazione, come ''una vergogna nazionale''. Duro l'esponente del Pd, Massimo D'Alema: "Acquiescenza di Confindustria rispetto al Governo"Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
"Una vergogna nazionale": così il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia definisce i 70 miliardi di credito vantati dalle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione. "Questi 70 miliardi sono una vergogna nazionale che viene scaricata sulle imprese", ha detto il presidente di Confindustria ricordando che il problema del credito alle imprese è al momento uno delle questioni più urgenti da risolvere per affrontare la crisi. Marcegaglia ha ricordato che le imprese stanno vivendo, in questo momento, un forte calo degli ordini (-30%) che si aggiunge a un aumento (+30%) degli incagli, delle somme che non riescono a incassare. "Il problema del credito è - ha ripetuto - uno dei più forti".
D'ALEMA "Il mondo delle imprese dovrebbe farsi un pò più sentire. C'è una singolare acquiescenza di Confindustria", rispetto al Governo. "E' impressionante". Lo ha detto Massimo D'Alema in un incontro con il mondo dell'imprenditoria locale a Bologna. "Con il passato Governo - ha detto D'Alema riferendosi alla trattativa con Confindustria del Governo Prodi - abbiamo messo sul tavolo sette miliardi per la riduzione del cuneo fiscale, una parte minore per i lavoratori e la parte maggiore per le imprese. Non hanno neanche detto grazie. Hanno detto che non bastava e hanno protestato. Da questo Governo hanno avuto quattro spiccioli e ogni giorno dicono grazie", ha affermato l'ex ministro degli Esteri sottolineando sempre di riferirsi a Confindustria e molto meno alle imprese minori. "Perchè questo? Secondo me perché è il segno della debolezza dei centri maggiori del potere economico. Siccome hanno bisogno dei favori del Governo, in questo momento non hanno la forza di rappresentare in modo adeguato l'interesse del mondo delle imprese. Certo - ha rincarato D'Alema - il Governo non fa una politica verso le imprese italiane, però il presidente del Consiglio riceve investitori stranieri a casa sua in compagnia di banchieri d'affari per lanciare un chiaro messaggio, se c'è bisogno, intermediare, redistribuire". "Questa è una curiosa idea privatistica. I fondi sovrani non arriveranno alle piccole imprese - ha ironizzato D'Alema rivolto alla platea delle piccole imprese - ma qualche grande imprenditore pensa di potersene giovare. A che pro litigare col Governo se lì ci sono i rubinetti e i favori?". D'Alema ha ribadito che "se non c'è una capacità del mondo dell'impresa di difendere l'impresa e non interessi particolari, in questo momento l'impresa italiana rischia". Per questo - ha ripetuto - "la base delle imprese dovrebbe fare sentire la sua pressione rispetto a una capacità molto limitata di rappresentarne gli interessi fondamentali".